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Calo demografico, tra vent'anni i giovani saranno quasi un milione in meno: i dati della CGIL

CGIL

L'Italia è in preda a un calo demografico vertiginoso che sembra destinare il Paese al collasso: i dati emersi dall'ultima ricerca della Fondazione Di Vittorio (della Cgil)

L’Italia diventa sempre più vecchia. I dati emersi dall’ultima ricerca della Fondazione Di Vittorio (della Cgil) parlano chiaro: lo Stivale è in preda a un calo demografico vertiginoso. Vediamo meglio i numeri emersi.

Pochi giovani, pochi lavoratori

La ricerca rivela che tra vent’anni anni il numero degli anziani crescerà di quasi 5 milioni, i giovani saranno invece quasi un milione in meno. Poco rassicuranti le parole del presidente della fondazione Fulvio Fammoni, che ha parlato di un «calo demografico insostenibile che, se non contrastato con interventi immediati, prospetterebbe un futuro di declino cui non ci si può rassegnare». I calcoli probabilistici da qui al 2043 prevedono un calo della popolazione residente di oltre tre milioni rispetto a oggi, in seguito alla diminuzione dei più giovani (-903mila) e delle persone in età da lavoro (-6,9 milioni): quello scaturito dal calo demografico è infatti un problema che a sua volta genera profonde spaccature anche nel mercato del lavoro. Aumenterà invece il numero degli anziani, che saranno 4,8 milioni in più. Contro il fenomeno servirebbe un maggiore saldo migratorio che, rispetto all’andamento attuale, dovrebbe aumentare di almeno 150mila persone l’anno.

Come risolvere?

Alla ricerca di una soluzione. Anzi, di soluzioni. Ha spiegato Fammoni: «Non esiste un’unica leva, ma più fattori non contrapponibili fra di loro su cui intervenire. La ricerca infatti propone dati e idee di possibili interventi per ridurre in modo accettabile il calo della popolazione in età da lavoro, estendendo a tutti diritti e opportunità e garantendo al Paese la possibilità di sviluppo economico e sociale».