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Decreto Caivano, intervista al cardinale Zuppi: "Bisogna lavorare quotidianamente"

cardinale zuppi Dl Caivano

Per il cardinale Zuppi il "decreto Caivano" non basta: occorre intervenire sulla prevenzione.

Il cardinale Zuppi, presidente della CEI, commenta le disposizioni del cosiddetto “Decreto Caivano.”

Le parole del cardinale Zuppi sul decreto

Secondo il cardinale è necessario ripartire dall’educazione.

L’inasprimento delle pene può essere un deterrente per affrontare una situazione che ha caratteristiche nuove, ma occorre investire ad esempio sulle carceri minorili, aiutare il reinserimento dei minori che lasciano gli istituti di pena, lavorando sulla giustizia riparativa, garantendo i mezzi e la continuità perché possa svolgere il suo ruolo.

Sostiene che intervenire a posteriori non è la strada giusta. Occorrono invece interventi concreti e preventivi.

Anche per ciò che concerne il tema della pornografia e il meccanismo di relazione malata che fa nascere nei più giovani è necessario partire dall’educazione. “Occorre coinvolgere la famiglia, a volte omissiva ma altre volte impaurita davanti alle sfide. Così la scuola. Ripeto: va considerato l’intero aspetto educativo.”

Il cardinale Zuppi affronta il tema delle periferie

Riflettendo più ampiamente sul tema delle periferie, anche in questo caso secondo il cardinale l’intervento da adottare parte dall’educazione. “Serve una forte presenza della scuola, dei centri di formazione professionale e occorre lavorare sulla trasmissione dei valori.”

Afferma che è necessario fare di più, ma è altrettanto necessario evitare estremismi che siano buonisti o “cattivisti”. Occorre agire con fermezza e soprattutto “lavorare quotidianamente, tutti insieme, sull’ordinario.”