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Caso Yara: Bossetti ha tentato il suicidio in carcere

Bossetti

Il compagno di cella di Massimo Bossetti, condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio, racconta del tentato suicidio e della vita in carcere di Bossetti.

Il caso Gambirasio

Il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra (BG) scompare Yara Gambirasio, giovane di soli 13 anni. All’inizio si credeva potesse essere un rapimento e perciò iniziarono le ricerche a tappeto su tutto il territorio. Ma col passare del tempo si fu certi della tragedia, fino al ritrovamento del corpo. Dopo tre mesi viene trovato il suo corpo, straziato da diversi colpi di spranga. Unica traccia che possa portare al colpevole sono dei residui organici, appartenenti all’omicida, rimasti sul corpo della ragazza. Il 16 giugno 2014, in base all’analisi del DNA, viene arrestato Massimo Bossetti. Lui, muratore di 44 anni, incensurato, con moglie e figli, pare potesse aver circuito la ragazza e aver compiuto il crimine. Durante il processo non ci si concentra che su Bossetti e infatti, alla fine, viene condannato al carcere, dove si trova tutt’ora. Un’intervista fatta al suo compagno di cella ha rivelato la sua vita lì e il suo tentativo di suicidio.

Bossetti in carcere

Sono tre anni esatti che Bossetti e in carcere – 5 mesi, tra l’altro, passati in isolamento. Dal suo atteggiamento risulta essere una persona molto triste e, allo stesso tempo, decisa a dimostrare la propria innocenza. A raccontarci la vita di Bossetti in carcere e il suo compagno di cella, Vincenzo Mastroberardino. Quest’uomo ha passato con Bossetti dieci mesi in carcere e ha notato nel suo compagno di cella una depressione infinita. “[…] quando non parla prega e piange affondando la testa nel cuscino. L’ho sentito piangere di notte e di giorno. Quando riceve le lettere della mamma e della sorella, quando guarda le foto dei suoi bambini che ha incollato alla parete della cella, quando parla di suo padre Giovanni… La sua angoscia sono i figli. Teme di perderli” Ma soprattutto Mastroberardino è stato scosso dal tentativo di suicidio di Bossetti. Pare che Massimo abbia tentato di togliersi la vita e che sia stato salvato in extremis dagli agenti del carcere e dagli infermieri. (Parlando di morte in carcere, in questi giorni ha fatto parlare molto il caso di Riina. Vedi “Bindi: ‘Riina può avere morte dignitosa anche in carcere’“)

La speranza di Bossetti

Per il 30 giugno è stato fissato un appello di ricorso dall’avvocato di Massimo Bossetti. E’ stato chiesto di esaminare di nuovo il DNA trovato sul corpo di Yara Gambirasio. Vincenzo Mastroberardino dice di non aver mai avuto confessioni di colpevolezza da Bossetti, al contrario l’ha sempre visto deciso ad affermare la propria innocenza.È sicuro che quel profilo genetico non sia il suo. ‘Altrimenti’, me l’ha ripetuto mille volte, ‘sarei un pazzo a chiederla’. Se non la concedono, potrebbe fare una follia. Ci ha già provato e l’abbiamo salvato per miracolo” questo il racconto di Mastroberardino. Il processo è stato sempre incentrato su Bossetti come colpevole; nel caso un nuovo esame del DNA portasse nuovamente a lui significherebbe l’impossibilità di potersi mai scagionare. Al momento, sempre secondo il racconto dii Mastroberdardino, Massimo Bossetti passa il tempo a leggere e scrivere. Oltre a piangere e pensare alla sua famiglia.