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Come chiedere stato di calamità naturale

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In caso di calamità naturale un ente locale può richiedere l'intervento di altre istituzioni per far fronte all'emergenza. Ecco come.

In caso di gravi problemi legati ad avvenimenti meteorologici o ambientali, gli enti locali hanno diritto all’assistenza statale. Possono, cioè, richiedere un aiuto in termini economici e adottare misure d’emergenza per fronteggiare la situazione, più o meno grave, che si è venuta a creare. La richiesta da fare, dunque, è quella dello stato di calamità naturale. Gli interventi a cui si ha diritto in questo caso sono molto complessi, e presuppongono, solitamente, l’intervento di squadre apposite come la protezione civile. È, dunque, una richiesta d’aiuto che si distingue, però, dallo stato d’emergenza, più legato alle conseguenze dei disastri ambientali sull’agricoltura. Gli enti locali hanno, perciò, diritto a un indennizzo in caso di calamità naturali. Vediamo, allora, come procedere.

Lo stato di calamità naturale

Richiedere lo status di calamità naturale significa richiedere l’aiuto del Governo in caso di avvenimenti quali nubifragi, grandinate violente, fenomeni di siccità, terremoti od alluvioni che possano martoriare un determinato territorio. In casi del genere, sono le stesse regioni ad avere la possibilità di richiedere al Governo un supporto fisico ed economico per far fronte alla situazione d’emergenza. Il Consiglio dei Ministri valuterà la situazione e, se lo status di crisi sarà riconosciuto, prenderà gli opportuni provvedimenti. In tal caso verrà nominato un apposito Commissario delegato. Sarà lui ad animare e coordinare gli interventi atti a ripristinare lo stato di normalità nel territorio interessato dalla crisi. Volendo fare un esempio adeguato, una richiesta di calamità naturale fu fatta nell’estate del 2003 per il pericolo costituito dal fiume Po. In quel caso, il fiume in questione aveva raggiunto un terzo della sua normale portata. Erano, dunque, in grave pericolo le colture e a rischio anche la produzione di energia idroelettrica, così come era praticamente impossibile la navigazione. Da ricordare inoltre una copiosa moria di pesci.

La classificazione degli eventi

In Italia, gli eventi calamitosi vengono classificati secondo l’intensità, la gravità e la prontezza di risposta delle squadre deputate. A seconda del tipo di evento, verrà interessato un ente piuttosto che un altro. In genere, dunque, questa classificazione serve anche per smistare la calamità naturale in modo che venga gestita univocamente da una istituzione. Vediamo quali sono queste tipologie.

  • Evento di tipo A. È quello che può essere gestito anche dall’amministrazione locale senza interventi terzi. La direzione degli interventi rimane quindi a livello comunale.
  • Eventi di tipo B. In questo caso l’intervento locale del singolo ente non è sufficiente, per cui si richiede l’aiuto della giunta regionale. L’intervento è, dunque, di livello provinciale o regionale.
  • Eventi di tipo C. Infine, gli eventi più gravi sono quelli che richiedono un intervento deciso del governo centrale. Sono, quindi, gestiti a livello nazionale. Per il Tipo C, il Consiglio dei Ministri delibera lo status di emergenza.