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Come inquadrare l’orrore: la differenza fra genocidio e crimini di guerra

Genocidio e crimini di guerra, cosa cambia

I trattati e le convenzioni che nel corso della storia hanno permesso di inquadrare l’orrore: la differenza fra genocidio e crimini di guerra.

Dall’inizio della guerra si è sentito molto parlare di genocidio e crimini di guerra. Le situazioni sono diverse ed hanno natura giuridica differente. Legalmente il concetto di genocidio risale al processo di Norimberga contro i nazisti. Nel descrivere lo sterminio degli ebrei l’avvocato polacco Raphael Lemkin coniò il termine. Genocidio invece significa uccidere una intera popolazione accomunata da identità e tratti etnici.

La differenza fra genocidio e crimini di guerra

Si tratta di un reato identificato nella “Convenzione sul genocidio” del 1948. Si parla di “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso“. L’input lo dà la “motivazione mentale”, cioè la volontà precisa di eliminare un gruppo etnico e non singoli rappresentati di esso. Il genocidio consiste nel sottoporre deliberatamente un gruppo a condizioni di vita tali da provocarne la distruzione, totale o parziale e impedire le nuove nascite. I genocidi riconosciuti della storia sono l’Olocausto, quello del 1994 in Rwanda dei tutsi e degli hutu moderati, quello cambogiano e quello avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina; mancano giudicati su quello armeno.

Metodi, comportamenti e tecniche vietati

I crimini di guerra invece compaiono nelle Convenzioni dell’Aia del 1899 e del 1907: chi li commette viola precisi divieti di utilizzare determinati mezzi e metodi di guerra. Ne hanno trattato anche la Convenzione di Ginevra del 1864 e le successive. I crimini di guerra possono riguardare: azioni contro persone protette (civili, personale umanitario e volontari), contro beni protetti (musei, monumenti, edifici civili e ospedali); uso di mezzi vietati come armi chimiche e batteriologiche, tecniche di combattimento vietate come utilizzare civili come scudi umani o interrompere riforniture alimentari dell’avversario.