Con i 790 casi in meno di 24 ore registrati ieri, la Cina si trova di fronte al più grande focolaio Covid dai tempi di Wuhan nel 2020: cosa accadrà ora?
Nuovi focolai Covid in Cina
La pandemia è tutt’altro che finita, e anche la Cina si sta rendendo conto di questa cosa. Con i 790 casi in meno di 24 ore registrati ieri, giovedì 10 marzo, la Cina si trova di fronte al più grande focolaio di Covid-19 dai tempi di Wuhan nel 2020, quando ebbe origine la pandemia.
I primi segni di peggioramento sono riconducibili all’inizio di questa settimana: lunedì, infatti, la Cina ha annunciato 526 casi e diversi cluster localizzati in tutto il Paese. Shanghai, dove la situazione era rimasta sotto controllo per due anni, ha registrato quasi 50 infezioni. La città portuale di Qingdao 163, e il centro manifatturiero meridionale di Dongguan ha riportato 153 casi.
Il fallimento della strategia “zero Covid”
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la Cina ha fatto registrare circa 113mila contagi e poco più di 4mila morti. Si tratta di numeri estremamente più bassi rispetto a quelli di qualsiasi altro Paese europeo o degli USA, nonostante una popolazione di quasi un miliardo e mezzo di persone.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla strategia adottata da Pechino e soprannominata “zero Covid“: fondata principalmente sull’isolamento, imponendo ai cittadini screening di massa e una serie di rigidissime misure di contenimento.
Nonostante questa line politica, ora il Covid è tornato a permeare nelle vite dei cittadini cinesi: come si comporterà il governo e quali nuove misure verranno adottate?