Argomenti trattati
L’ultima uscita ossimora di Vladimir Putin sulla crisi Russia-Ucraina è inquietante perché sta fra minaccia, sfoggio dei muscoli e assoluta risiblità del tenativo diplomatico del suo ultimo ospite, Emmanuel Macron, di far rientrare l’escalation: “L’Europa rischia una guerra non voluta con Mosca”.
Crisi Russia-Ucraina, lo scatto in avanti di Putin e cosa rischierebbe l’Europa “impicciona”
Putin lo ha detto esattamente dopo il summit con il presidente della Francia che dopo aver parlato con lui è andato a Kiev a rabbonire (o a far ragionare) Volodymyr Zelensky. Fatto questo che non sembra essere piaciuto molto a Putin.
Macron e la de-escalation che evidentemente era in etichetta ma non in agenda
Ma il dato è un altro e l’etichetta c’entra poco: mentre il suo leader stringeva la mano all’omologo transalpino Mosca ha raggiunto in queste ore quasi l’80% della forza militare di accumulo per la finestra di opportunità nell’attacco all’Ucraina, che da manuale deve essere sempre in un rapporto di forze di almeno 3 a 1. E il dato quindi è tattico: Mosca è pronta ad attaccare e lo farà entro pochi giorni.
Disponibile ad incontrare Zelensky, poi però Putin ricorda l’arsenale nucleare di Mosca
Putin si era detto favorevole ad un incontro con Zelensky “se tale incontro servisse a risolvere il nodo gordiano della situazione nel sud-est dell’Ucraina“. Parole sue? No, del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lui, Putin, ha avverito l’Europa di non intromettersi (lo sta facendo solo la Germania che è terminale di gasdotto) ed ha anche indicato il prezzo ipotetico da pagare, come? Ricordando a se stesso la potenza dell’arsenale nucleare di Mosca. E se non era un “buoni che vi cancello” ci è andato molto vicino.