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Crollo viadotto Morandi: la premonizione degli esperti

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Da un sito di articoli scientifici emerge un importante documento che avvisava in anticipo dei pericoli del Ponte Morandi di Genova.

La tragedia del crollo del viadotto Morandi a Genova ha suscitato numerosi dibattiti. Tra una dichiarazione e l’altra, inoltre, molti giornalisti stanno lavorando d’archivio per verificare quello che esperti e politici avevano detto negli anni sulle condizioni del ponte di Genova. Tra i documenti sono emerse alcune considerazioni dell’ingegnere Antonio Brencich, che nel 2016 aveva messo a punto quella che molti hanno già chiamato un’analisi “profetica” rispetto a quanto è successo nella spaventosa mattinata del 14 agosto.

Le perplessità di Brencich

A rinvenire le dichiarazioni di Antonio Brencich è stata la giornalista Gisella Ruccia, tramite un post sul suo profilo Facebook. Le osservazioni di Brencich risalgono al 2016 ed erano contenute in un esame approfondito della struttura archiviato nel sito www.ingegneri.info.org

Antonio Brencich è laureato in Ingegneria delle Strutture ed insegna Tecnica delle Construzioni proprio a Genova, oltre ad avere all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche. Tra queste anche una riguardante il ponte Morandi. Nella sua analisi si legge che: “Il viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici. Oltre all’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale.” E ancora: “Ancora nei primi anni Ottanta chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti e bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale.”

Infatti solo alcune correzioni effettuate sul finire degli anni 80 avevano aggiustato il viario in condizioni semi-orizzontali.

La premonizione

Ma la premonizione sinistra arriva dopo: “Così come il ponte Maracaibo nei primi anni 2000 anche il ponte sul Polcevera (ovvero, il viadotto Genovese) fu interessato da imponenti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione dei cavi di sospensione con cavi nuovi affiancati agli stralli originali”. Operazioni di ristrutturazione di questo tipo sono rischiose ed erano state effettuate anche sul ponte Maracaibo, in Venezuela. Anche quel ponte fu progettato da Morandi e crollò nel 1964. Inoltre, un terremoto successivo alla costruzione di Genova non era stato tenuto in conto in maniera sufficiente nelle attività di controllo.

Il pezzo di Brencich si chiude quindi così: “La riflessione oggettiva a cui si giunge, alla luce della vita utile che dovrebbe avere una struttura del genere (almeno 100 anni) è che fin dai primi decenni il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde (fessurazione e degrado del calcestruzzo, nonché creep dell’impalcato) con costi continui che fanno prevedere che tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo“.

Secondo l’ingegnere quindi il ponte, imperfetto in partenza, aveva resistito negli anni solo grazie agli intensi lavori di manutenzione – con relativi costi – nonostante il fatto che strutture di questa mole, se ben progettate, dovrebbero resistere senza “acciacchi” per un buon centinaio di anni. La demolizione auspicata dall’articolo di Brencich, purtroppo, è avvenuta spontaneamente, con le tragiche conseguenze di cui ormai siamo tutti al corrente.