> > Strage Borsellino, indagato dottore Cinà: era il medico di Totò Riina

Strage Borsellino, indagato dottore Cinà: era il medico di Totò Riina

strage Borsellino

Il dottore Antonino Cinà, medico di Totò Riina, è stato messo sotto inchiesta per la strage Borsellino.

C’è un nuovo indagato in merito alla strage Borsellino: il dottore Antonino Cinà, il medico di Totò Riina. Il gip ha rifiutato la richiesta di archiviazione della Procura di Caltanissetta. Il professionista di Palermo è stato già condannato al processo Trattativa Stato-mafia.

Indagato dottore Cinà

L’inchiesta della procura di Caltanissetta riguardo alla strage che nel 1992 portò la morte di Paolo Borsellino è ancora in corso. I magistrati hanno messo sotto inchiesta il dottore Antonino Cinà, il medico di Totò Riina. Cinà avrebbe preso in consegna il “papello” scritto dal paziente, con le sue condizioni per fermare la stagione delle stragi, e poi portato all’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, che nell’estate 1992 intratteneva un dialogo segreto con alcuni carabinieri del Ros. Cinà è stato già condannato a 12 anni di reclusione in carcere nel processo “Trattativa Stato-mafia”. Il gip di Caltanissetta Valentina Balbo ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal pool nisseno coordinato dal procuratore Amedeo Bertone e dall’aggiunto Gabriele Paci. Il caso verrà discusso il 28 ottobre in un’udienza al palazzo di giustizia di Caltanissetta.

La spiegazione dell’avvocato

L’avvocato Fabio Repici, parte civile nei processi delle stragi al fianco di Salvatore Borsellino, il fratello del giudice Paolo, ha spiegato: “Con il rigetto della richiesta di archiviazione formulata dalla procura di Caltanissetta, si prospetta la preziosa opportunità di un ulteriore importante approfondimento nella ricostruzione dei tempi e delle ragioni della strage di via D’Amelio e dell’accelerazione nella sua esecuzione. Sulla posizione di Cinà, infatti, possono trovare un formidabile punto di saldatura gli scenari illustrati dalla corte di assise di Caltanissetta nella sentenza del processo Borsellino quater e dalla corte di assise di Palermo nella sentenza sulla trattativa Stato-mafia”. Cinà è a conoscenza del segreto della Trattativa ma non lo ha mai ammesso, resistendo al carcere duro.