> > Processo Mps, condannati gli ex vertici della banca: 7 anni a Mussari

Processo Mps, condannati gli ex vertici della banca: 7 anni a Mussari

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Il Tribunale di Milano ha condannato gli ex vertici di Mps per le presunte irregolarità finanziarie commesse dopo l'acquisizione di Antonveneta.

Gli ex vertici di Mps (Monte dei Paschi di Siena) sono stati condannati dal Tribunale di Milano nell’ambito del processo partito nel 2016 in merito al crack del noto istituto di credito. I giudici hanno infatti inflitto pene dai 4 ai 7 anni nei confronti degli imputati, accusati di varie irregolarità finanziarie attuate per occultare le perdite dovute all’acquisizione di Banca Antonveneta nel 2008. Nel processo sono stati condannati anche sei ex dirigenti di Deutsche Bank e due ex manager della banca giapponese Nomura.

Processo Mps, condannati gli ex vertici

Per le presunte irregolarità nelle operazioni finanziare della banca sono stati condannati l’ex amministratore delegato Giuseppe Mussari a 7 anni e 6 mesi, l’ex direttore generale Antonio Vigni a 7 anni e 3 mesi e l’ex direttore finanziario Gian Luca Baldassarri a 4 anni e 8 mesi. Condannato a 5 anni e 3 mesi anche Daniele Pirondini, ex direttore finanziario di Rocca Salimbeni, sede centrale del Monte dei Paschi.

I giudici hanno inoltre ordinato la confisca di 15o milioni di euro complessivi per i due istituti di credito Nomura e Deutsche Bank, compresa la filiale londinese di quest’ultima. Le due banche straniere sono state inoltre condannate al pagamento di oltre 3 milioni di euro per il loro coinvolgimento nel caso. Alla sentenza è seguito il commento di Giuseppe Iannaccone, legale di Deutsche Bank, che ha dichiarato: “Prendo atto della sentenza emessa in data odierna, pur con il doveroso e massimo rispetto che si deve avere per l’Autorità giudiziaria, non posso, tuttavia, nascondere lo stupore per questo pronunciamento, alla luce di quello che è stato l’esito dell’istruttoria dibattimentale”. Iannaccone ha poi affermato che quasi sicuramente verrà proposto appello alla sentenza ribadendo l’innocenza dei suoi assistiti.

L’acquisizione di Antonveneta

Al centro del processo vi sono le presunte irregolarità compiute dagli ex vertici per nascondere le perdite di Mps a seguito dell’acquisizione di Banca Antonveneta, costata 10 miliardi di euro. Per la precisione, le suddette irregolarità sarebbero state fatte compiendo operazioni su derivati sottoscritti con Nomura e Deutsche Bank, oltre al prestito Ibrido Fresh e alla cartolarizzazione Chianti Classico.

Da queste operazioni sono poi scaturite le accuse di manipolazione del mercato e di falso in bilancio, anche se i legali degli ex vertici asseriscono come esse siano state effettuate rispettando i criteri della Consob e di Bankitalia. Lo stesso avvocato di Daniele Pirondini afferma: “È una sentenza totalmente appiattita sulle impostazioni dell’accusa. Avevamo espresso una serie di pregnanti considerazioni in fatto e in diritto che evidentemente non sono state minimamente prese in considerazione”.