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Coronavirus: perché il Capodanno cinese aumenta il rischio contagio in Europa

Coronavirus, il mercato del pesce e il rischio contagio in vista del capodanno cinese.

Dalla Cina all'Europa, il coronavirus potrebbe diffondersi con pesce e carne, pietanze tipiche del capodanno cinese: il rischio contagio è reale?

L’emergenza sanitaria in Cina, dopo la diffusione del coronavirus, è ormai una certezza. Il Wuhan Huanan (mercato ittico della città, chiuso dopo le verifiche delle autorità competenti) è stato il ground zero dell’epidemia: tutto ha avuto inizio qui, in pieno centro, nel quartiere esclusivo circondato dai palazzoni di nuova generazione, scuole e ville. È proprio nel mercato del capoluogo della provincia di Hubei che è avvenuto il contagio. Gli animali selvatici hanno fatto da vettore, il primo contagio è stato riscontrato nei clienti e nei venditori del Huanan.

Mercato del pesce di Wuhan

Coronavirus: la situazione

Diverse le misure di sicurezza adottate: negli hotel ad esempio, e più semplicemente prima di accedere a luoghi frequentati, occorre misurare la temperatura, utilizzare disinfettante, indossare guanti e mascherine. In Italia si monitorano tutti i voli in partenza da Wuhan verso il nostro paese: il primo monito è stato proprio quello di controllare la temperatura dei viaggiatori al momento dello sbarco in aeroporto. La psicosi legata a questo nuovo e misterioso virus non ha colpito solo la Cina. Dopo i 200 casi accertati e i decessi registrati, è stato individuato il virus anche in Giappone, Corea Del Sud, Australia e Thailandia: proprio in quest’ultimo paese è stato riscontrato il primo contagio di un cittadino occidentale (si tratta di un 32enne britannico).

La posizione del governo

Da Pechino, Zhong Nanshan, un esperto della Commissione della salute pubblica del governo cinese ha fatto sapere che il misterioso virus è trasmissibile da persona a persona ma non ha escluso che anche coloro che non hanno visitato la città cinese potrebbero avere contratto il coronavirus. Secondo il presidente Xi Jinping invece, occorrono “sforzi risoluti” contro la diffusione del nuovo virus. Richiesto con urgenza il coordinamento con l’Organizzazione mondiale della Sanità e con Hong Kong, Macao e Taiwan (il virus si è diffuso anche in questi paesi). L’attenzione sale soprattutto in vista del capodanno cinese.

Coronavirus arriva in Europa?

Il rischio in Europa al momento sembra non comportare delle restrizioni da parte dell’Oms. Il virus che si manifesta con i sintomi della polmonite sarebbe simile alla Sars. Non si esclude un contagio in occidente, ma si preferisce attendere al fine di raccogliere più informazioni possibili sull’epidemia. Secondo il virologo Roberto Burioni però le previsioni sul virus da parte delle autorità europee sarebbero errate. Ciò che possiamo definire con certezza è che il fenomeno del virus è venuto a galla “nel momento sbagliato”. Le comunità cinesi di tutto il mondo si apprestano ai festeggiamenti del nuovo anno, quello del Topo. Dal 25 gennaio prenderanno il via le due settimane più concitate della popolazione sinica: 16 giorni circa, scelti per viaggiare soprattutto all’estero. Da Wuhan arrivano in Italia tre voli ogni settimana.

Capodanno cinese, la festa

Capodanno cinese: i rischi

Dal traffico di persone a quello alimentare: il capodanno cinese non può non essere onorato dal culto del 鱼 Yú, letteralmente “pesce”. Alla base della tradizione ci sarebbe proprio il consumo di questo cibo, simbolo di prosperità e augurio per l’anno che verrà: dal pesce del Lago Occidentale di Hangzhou fino a quello che abita le acque del fiume Yangtze.

La maggior parte dei batteri viene veicolata nel commercio internazionale di materie prime (vettori dei virus): un esempio su tutti è quello dell’Anisakis, dell’escherichia Coli o ancora del Cadmio. Secondo Coldiretti in Italia quasi 8 pesci (consumati sulle nostre tavole) su 10 sono di origine straniera e i prodotti provenienti dall’estero hanno meno garanzie rispetto al Made in Italy.

Il mercato internazionale e i vettori del virus

Le importazioni di pesce nel nostro paese hanno ormai superato il miliardo di chili, secondo un’analisi su dati Istat relativi al 2018. Tra le specie più vendute ci sono “il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, le vongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina o Vietnam” proprio in questi ultimi paesi sono permessi trattamenti che in Europa sono vietati perché pericolosi per la salute.

Cina, mercato della carne

Non solo pesce: il rischio ricade anche sulle carni d’importazione orientale. A Padova è stato adoperato il sequestro di quasi 10 tonnellate di carne di maiale cinese giunte in Italia dopo il passaggio in Olanda: sospettate di essere contaminate dal virus della peste (da non escludere la possibilità della carne di fare da vettore anche al coronavirus). Carni dunque non tracciabili e che rappresentano un pericolo concreto per i consumatori.