> > Coronavirus, imprenditore napoletano dona l'incasso al Sacco di Milano

Coronavirus, imprenditore napoletano dona l'incasso al Sacco di Milano

Coronavirus, la donazione dell'ad di Yamamay al Sacco di Milano

L'opera di solidarietà di Cimmino, ad di Yamamay, che ha deciso di donare l'incasso del weekend all'ospedale Sacco di Milano contro il coronavirus.

L’emergenza nazionale per il coronavirus, tra scuole e uffici chiusi, appare quanto mai fondamentale la collaborazione dei cittadini a tutti i livelli della società civile. Lo sanno bene gli imprenditori, tutti più o meno colpiti dall’impatto che l’emergenza ha avuto e avrà sull’economia. Tra questi c’è chi ha deciso di non fermarsi, ma anzi ha analizzato la situazione di emergenza e si sta impegnando attivamente per fronteggiarla con iniziative di solidarietà. È il caso di Gianluigi Cimmino, che ha deciso di devolvere un’importante donazione all’ospedale Sacco di Milano, in prima linea contro il coronavirus.

Coronavirus, la donazione di un imprenditore al Sacco di Milano

Gianluigi Cimmino, amministratore delegato di Yamamay e Carpisa, brand napoletani che hanno una risonanza internazionale, ha dato vita a un’interessante operazione di marketing che avrà risvolti positivi anche per l’emergenza. Ecco dunque che tutti gli incassi di sabato e domenica 7 e 8 marzo dei negozi di corso Vittorio Emanuele II e piazza Cordusio di Milano verranno devoluti all’ospedale Sacco per sostenerne i reparti di ricerca. “Il progetto è nato per dare un segnale positivo a Milano e all’Italia. Supportare la ricerca scientifica è per noi un dovere civile e morale, speriamo che il nostro piccolo contributo possa essere d’aiuto per risolvere questa emergenza, che l’iniziativa diventi contagiosa e che qualcun altro si faccia avanti per sostenere la ricerca. Milano non si ferma, l’Italia non si ferma”, così l’ad Cimmino ha presentato l’iniziativa.

Cimmino, l’impatto del coronavirus sull’economia

Cimmino per via del suo lavoro ha avuto spesso contatti con la Cina nell’ultimo periodo, l’ultima volta il 24 gennaio. “Sono tornato e ho fatto le analisi del caso e da subito ho adottato, nelle nostre nostre aziende di tutto il mondo, i protocolli. Siamo stati reattivi. Da ogni punto di vista il danno per l’economia è notevole. Il paradosso è che mentre ci si poneva il problema della Cina e degli uffici esteri, ora siamo noi italiani ad essere nell’occhio del ciclone. Perciò occorre reagire subito e bene”.

È il contagio della solidarietà

Sull’opera di solidarietà da lui stesso lanciata, Cimmino si è dimostrato fiducioso del fatto che anche altri brand possano decidere di adottare un’iniziativa di questo tipo, “Contagio della solidarietà? Perché no. In tanti possono contribuire e tutti devono raccogliere l’invito a uscire di casa. A ritornare, con cautela, alla normalità. L’economia in tre quarti d’Italia è bloccato e bisogna fare uno sforzo. un balzo in avanti”.

Andare via da Milano? Mai

L’amministrato delegato di Yamamay si è poi soffermato sulla città di Milano, nella quale lui stesso vive e che per l’emergenza si è visibilmente svuotata. “Andare via da Milano? Mai, anzi proprio in questa circostanza ho avvertito un senso di appartenenza fortissimo a Milano. Una città che ho sentito mia come mai mi era accaduto prima”.