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Coronavirus, l'Istituto superiore di sanità: 12 morti senza patologie

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Coronavirus, l'analisi dei dati dell'Istituto superiore di sanità. Sarebbero 12 le persone decedute senza patologie pregresse a causa dell'epidemia.

Coronavirus, nuova lettura sui contagi. L’agenzia Nova riporta che dall’inizio dell’epidemia sarebbero ben 12 le persone decedute senza patologie pregresse.

Coronavirus, 12 i morti senza patologie

Sono giornate lunghe e nervose un po’ per tutti quelle degli ultimi giorni, dove ogni sera il “bollettino di guerra” della Protezione Civile fa il punto sui contagiati, guariti e deceduti. Una corsa al tempo per arrestare la diffusione del coronavirus, esploso in Italia da più di tre settimane. E proprio sul numero delle persone che avrebbero contratto il virus, l’agenzia Nova ha fornito una nuova lettura sui dati, a seguito di un chiarimento dell’Istituto superiore di sanità in un report sulle caratteristiche dei decessi dei pazienti affetti dal Covid-19.

Sarebbero quindi 12 le persone morte nel nostro Paese senza patologie pregresse dopo essere state colpite dal virus. Un dato ottenuto su 355 cartelle rispetto alle 2.003 analizzate, ovvero il 17,7 per cento del complessivo. In una media di 2,7 percento di patologie osservate, il 3,4 percento del campione – i 12 pazienti – non presentava alcuna patologia. Sarebbero invece il 23,7 per cento – 84 vittime – che presentava una sola patologia, il 25,4 percento – 90 – che ne presentavano due e il 47,6 per centro – ovvero 169 – che erano affette da tre o più patologie.

Non abbassare la guardia

Tale dato potrebbe contribuire a dare una nuova lettura sull’aggressività del virus, con il monito del Governo a non abbassare la guardia sempre valido dopo il bollettino di martedì 17 marzo, con la curva dei contagi che ha leggermente ripreso a salire toccando la cifra dei 2.989 positivi, per un totale di 31.506 contagiati da inizio epidemia. Con altri 345, che segna quota 2.941 vittime, l’avviso è sempre quello di aspettare e restare chiusi in casa. L’aumento dei casi, cui picco non sarebbe stato ancora raggiunto secondo gli esperti, sarebbe anche dovuto al ritardo della comunicazione dei dati di Puglia e Trento, dove la situazione sembra per ora stazionaria. Dati che rimarranno tali fino ai primi di aprile, con il picco previsto per il 25/26 marzo.