Un’infermiera di Modica, positiva al test del coronavirus, risulta indagata dalla Procura di Ragusa con l’accusa di epidemia colposa. L’indagine è stata aperta per far luce sul comportamento della donna e verificare se, quando ancora si trovava in servizio presso il nosocomio della città siciliana, erano già insorti dei sintomi che avrebbero dovuto metterla in allarme e spingerla a optare per l’autoisolamento.
Coronavirus, infermiera indagata a Modica
La donna, la cui identità non è stata resa nota, lavora presso il laboratorio di analisi dell’ospedale Maggiore di Modica. La conferma della sua positività al coronavirus è arrivata lo scorso 19 marzo, dopo che l’infermiera è stata sottoposta al tampone. Il reparto in cui presta servizio è stato immediatamente chiuso per un giorno intero per permettere la sanificazione dei locali. Tutti i colleghi sono stati sottoposti a tampone e sono risultati negativi al Covid19.
Proprio al Maggiore di Modica è stata ricoverata un’altra donna positiva al coronavirus e giunta in Sicilia dopo essere fuggita da Pavia, dove si trovava in quarantena domiciliare. La donna ha preso un primo aereo da Milano a Roma e da lì si è imbarcata su un secondo volo in direzione Catania, da dove infine si è spostata a bordo di un taxi.
Due infermiere suicide
Quello degli infermieri è uno dei mestieri più a rischio durante l’emergenza coronavirus, insieme a quello dei medici e di tutti gli altri operatori sanitari. Il pericolo non deriva solo dalla probabilità del contagio, ma anche dalle conseguenze psicologiche dell’assistere ogni giorno malati che spesso non riescono a guarire. In Italia sono già due i casi di infermiere suicide in pochi giorni: il primo a Jesolo e il secondo a Monza.