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Coronavirus, genitori al lavoro: "Il bonus baby sitter non copre neanche le spese"

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Il 53% dei genitori torna al lavoro con le scuole chiuse, ma il bonus baby sitter non copre neanche un quarto delle spese.

Mentre le Regioni e i governatori continuano il pressing sul governo in vista della riapertura delle attività produttive, a farne le spese sono le famiglie. Secondo un’indagine di Yoopies – piattaforma internazionale di servizi alla famiglia – infatti, il 53% dei genitori torna al lavoro prima della riapertura delle scuole. Purtroppo, però, il conclamato bonus baby sitter non copre nemmeno un quarto delle spese sostenute dalle famiglie. La ricerca ha messo in luca alcuni dati: il 67% dei nuclei analizzati vede la tata come unica soluzione possibile, mentre il 91% giudica insufficienti l’intervento dello Stato”.

Genitori al lavoro: bonus baby sitter

Nel periodo di lockdown e di quarantena obbligatoria, secondo la ricerca, sono stati l’87% i nuclei familiari nei quali almeno uno dei due genitori ha potuto lavorare da casa. In questo modo curare i bambini non ha richiesto l’intervento di una tata. Ma sono circa il 13% quelle famiglie i cui settori sono rientrati tra le attività essenziali e dunque si sono viste costrette a ingaggiare una baby sitter. Dal 4 maggio in avanti – quando presumibilmente dovrebbero riaprire diverse attività – la situazione cambierebbe nettamente.

Infatti, da tale data le famiglie si dividerebbero in due blocchi distinti. Da un lato i nuclei familiari in cui entrambi i genitori dovranno tornare a lavoro (circa il 53%). Dall’altro lato, quelli in cui uno dei due genitori potrà rimanere a casa con i bambini, lavorando in smart working (circa il 47%). Il dato è preoccupante: i genitori tornano al lavoro con le scuole chiuse e sono costretti a ingaggiare una tata, ma il bonus baby sitter è insufficiente.

Le famiglie si trovano quindi di fronte a un grande problema: a chi affidare i bambini? Qualcuno lamenta: “Il Bonus non copre nemmeno un quarto delle spese da sostenere per due bambini tenuti 8 ore da una baby sitter per 5 giorni alla settimana per i prossimi 5 mesi”. Altri, invece: “Si tratta di emergenza da marzo a settembre. 600 euro coprono solo un mese e il bonus baby sitter non è cumulabile con i 15 giorni di congedo parentale straordinario, che sono comunque pochissimi”. Occorrerà ricorrere all’aiuto di nonni, amici o parenti (soluzione scelta dal 30% degli intervistati). Mentre molti sono ancora incerti sul da farsi.