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Allerta terrorismo in Italia, ipotesi attentato: espulso egiziano

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I militari del comando di Reggio Calabria hanno fermato il 43enne che aveva avuto contatti con il terrorista tunisino Anis Amri.

Allarme terrorismo in Italia: espulso cittadino egiziano domiciliato a Marina di Gioiosa Jonica, in provincia di Reggio Calabria. L’uomo si era radicalizzato dal 2015 quando aveva avuto contatti con l’attentatore tunisino Anis Amri, il responsabile della strage ai mercatini di Natale di Berlino nel 2016. L’egiziano aveva inoltre minacciato un magistrato ed aveva detto di voler portare a termine un attentato terroristico in Italia. Al momento, dopo essere stato fermato dai carabinieri, si trova Potenza per concludere le procedure di espulsione.

Terrorismo in Italia: le indagini

L’operazione contro il terrorismo in Italia è stata effettuata dai militari del comando provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con i carabinieri delle compagnie del capoluogo calabro e di Roccella Jonica. Le forze dell’ordine hanno così eseguito il decreto di espulsione per motivi di sicurezza pubblica, emesso dal prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno delineato “un ampio quadro prognostico di pericolosità sociale del soggetto, di cui è stato ricostruito un percorso di radicalizzazione sviluppato dal 2015 ad oggi”.

Il blitz a Marina di Gioiosa Jonica

Colpito dalla misura H. A., 43 enne egiziano, domiciliato a Marina di Gioiosa Jonica. Stando a quanto appurato nel corso delle indagini i contatti con Anis Amri sarebbero avvenuti nel corso della permanenza presso un centro di accoglienza. Successivamente H. A. ha trascorso un periodo di detenzione a Catanzaro. In carcere aveva minacciato di morte un magistrato e palesato la volontà di compiere un attentato terroristico in Italia. Il 43enne era stato scarcerato a fine marzo per fine pena.

Le operazioni di espulsione

Lo straniero si trova adesso a Potenza nel centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio. Ha già effettuato le procedure di fotosegnalamento ed ora è in attesa delle successive operazioni di espulsione che gli impedirà, per i prossimi dieci anni, il rientro non solo sul territorio nazionale ma in tutta l’area Schengen.