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Vedova del poliziotto Apicella: "Sogni spezzati da quei banditi in fuga"

vedova poliziotto Apicella

Si è sfogata la vedova de poliziotto Apicella, ucciso durante un inseguimento. "Non perdono gli assassini, restino in carcere", fa sapere la donna.

Il destino è stato ingiusto con Giuliana Ghidotti, vedova del poliziotto Apicella, ucciso da due rapinatori durante un inseguimento in auto. La cattiveria e la vigliaccheria di due criminali hanno portato alla morte il compagno di una vita. Ora si sente sola, con due figli a carico e non avendo al suo fianco quell’affetto senza pari. Un volto trafitto dal dolore durante il funerale del poliziotto, un animo incupito dalla sofferenza arrecata. Nessuna pietà per gli assassini, che si augura “restino in carcere”. Da parte sua “nessun perdono”. In una recente intervista, Giuliana si è sfogata e ha espresso il vuoto che porta con sé: “Il mio Lino era un angelo e in quella macchina sono morta anch’io.

Vedova poliziotto Apicella: “Niente perdono”

Intervistata da la Repubblica, attraverso l’avvocato Gennaro Razzino, Giuliana Ghidotti ha commentato l’accaduto: “Avevamo tutto. Ora la mia vita è un cumulo di detriti, perché il pilastro principale è crollato”.

Ha rivissuto quei momenti che per lei peseranno eternamente come un macigno. Nella notte tra il 26 e il 27 aprile, l’agente scelto del commissariato Secondigliano Pasquale Apicella, da tutti chiamato Lino, era alla guida dell’auto in servizio di pattuglia. Stava ricercando un’Audi A6 con a bordo tre bosniaci di etnia Rom che avevano appena tentato di svaligiare un bancomat. Ma in via Abate Minichini la pattuglia della Polizia è stata investita dall’auto dei tre criminali.

“In quella macchina sono morta anche io, insieme a mio marito. Nessun perdono, chi ha ucciso Lino deve restare in carcere”. Per lei Lino era “un grande uomo. E per noi era tutto. Non gli mancava mai il sorriso, era disponibile e presente nonostante il lavoro gli portasse via tanto tempo. Mio marito era il punto di riferimento non solo per me, ma anche per gli amici, la famiglia e spesso anche per le persone estranee. Se poteva aiutare qualcuno, non ci pensava due volte. Quindi ha aggiunto: Era nato per la divisa. La indossava in modo fiero e io ero fiera che mio marito indossasse una divisa, perché era un’anima buona e poteva fare solo del bene. Era nato per proteggerci e per proteggervi”.

Nonostante l’orgoglio, non mancavano le paure per Giuliana: “Come qualsiasi moglie di una persona che veste la divisa, ogni turno era motivo di preoccupazione per me. Quando era in servizio di notte, facevo la nottata insieme a lui. Spesso lo chiamavo per sentirlo e sapere se fosse tutto ok. Lino mi rimproverava, diceva che dovevo dormire e stare tranquilla. Ma era impossibile”.

Voltare pagina e pensare al futuro ora è difficile. “Sognavamo quello che avevamo già: una famiglia, una casa comprata con tanti sacrifici, tante e rinunce e un mutuo. Non desideravamo niente. Eravamo completi, ha ricordato la donna. Come raccontare ai figli la storia del suo papà? “Mio marito era un eroe e tutto quello che in questi giorni è stato detto di lui confermerà solo la grande e buona persona che era”.

L’affetto ricevuto

Dopo la morte di Pasquale Apicella, per la sua famiglia sono arrivati tantissimi messaggi di commozione, vicinanza e solidarietà.

“Sono rimasta senza parole, l’onda di affetto che ho sentito non solo da parte delle Istituzioni, del corpo della Polizia di Stato e dei cittadini mi ha travolta e mi ha aiutata a sentirmi meno sola e spaesata. Vorrei poter stringere la mano singolarmente a ogni persona. Grazie”, ha risposto Giuliana.

Poi ha ribadito il suo pensiero ed espresso il suo augurio: Io spero che restino in cella dove è giusto che siano. Mi auguro il carcere a vita. Non devono tornare a casa come non è più tornato mio marito. In questo momento pensano di avere una scelta che purtroppo mio marito non ha più. Quella di tornare a casa dalla sua famiglia”. E ancora: “Cosa penso di queste persone preferisco non esprimerlo. La parola perdono non è contemplata al momento nel mio dizionario. Mi hanno tolto tutto. Il mio compagno, mio marito, l’amore della mia vita e il padre dei miei figli. Una persona piena di amore e buon senso. Hanno tolto un figlio a una madre e un padre, un fratello a due sorelle, l’amico di tutti. Un’anima buona che ha sempre cercato di aiutare tutti. Hanno spento il sole della mia vita e quella dei miei figli.