> > Arrestato in Vaticano Gianluigi Torzi, accusato di estorsione e truffa

Arrestato in Vaticano Gianluigi Torzi, accusato di estorsione e truffa

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Le autorità della Città del Vaticano hanno interrogato e arrestato il broker Gianluigi Torzi in merito alla compravendita di un immobile a Londra.

Il broker Gianluigi Torzi è stato interrogato e arrestato dal Promotore di Giustizia della Città del Vaticano in merito alla vicenda relativa alla compravendita di un immobile londinese, ufficialmente effettuata dalla Segreteria di Stato Vaticana con soldi in teoria destinati a opere di carità. Si tratta di un’indagine che potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto presso la Santa Sede e che vede Torzi attualmente accusato di estorsione, truffa aggravata, peculato e autoriciclaggio. Reati per i quali rischia fino a 12 anni di carcere secondo l’ordinamento giuridico vaticano.

Vaticano, arrestato Gianluigi Torzi

Secondo quanto appurato dagli inquirenti dell’Ufficio del Promotore di Giustizia Gian Piero Milano, il coinvolgimento di Torzi si sarebbe reso necessario al fine di risolvere il nodo di alcuni investimenti finiti male effettuati dalla Segreteria di Stato vaticana nell’Athena Capital Global Opportunities Fund del finanziere Raffaele Mincione. Secondo la magistratura vaticana, l’operazione con Athena sarebbe stata alquanto anomala in quanto effettuata utilizzando soldi prelevati dall’Obolo di San Pietro, cioè il denaro che viene donato dai credenti cattolici di tutto il mondo e che dovrebbe essere destinato a opere caritatevoli.

È stato nel tentativo di uscire indenni da questa situazione e di recuperare i soldi persi con Athena che si è giunti secondo i magistrati al coinvolgimento di Torzi, il quale ha ricoperto il ruolo di intermediario nell’acquisto a fini speculativi di un immobile sito nella zona di Sloane Avenue, a Londra. Una compravendita effettuata da parte della Segreteria di Stato vaticana e che ha fruttato un prezzo di tre volte superiore ai soldi spesi inizialmente per comprare l’immobile.

Stando a quanto osservato dagli inquirenti, le suddette operazioni svolte con i soldi dell’Obolo sono in seguito finire per finanziare anche acquisizioni di azioni per svariati milioni di dollari, nonché la sottoscrizione di obbligazioni e di un bond emesso da una società riconducibile sempre a Raffaele Mincione per 16 milioni di dollari. Un giro d’affari che malgrado quello che si può immaginare ha finito per comportare una perdita di circa 18 milioni di euro (dati di dicembre 2018) nelle casse della Santa Sede.

L’indagine dello scorso ottobre

Lo scorso ottobre peraltro, lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte era finito implicato in un’indagine relativa proprio alla compravendita dell’immobile su Sloane Avenue. Secondo l’accusa Conte, all’epoca non ancora Primo Ministro, avrebbe svolto il ruolo di consulente legale per la Fiber 4.0, una cordata di azionisti che tentò la scalata per l’acquisizione di Retelit, una società italiana di telecomunicazioni. All’interno di questa cordata di azionisti era presente come principale investitore l’Athena Global Opportunities Fund di Mincione, a quel tempo finanziato per 200 milioni di dollari proprio dal Segretariato di Stato della Città del Vaticano.