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Coronavirus, per l'autunno arriva l'ipotesi dei mini lockdown mirati

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Il fisico Enzo Marinari lancia l'ipotesi di attuare dei mini lockdown mirati nel caso i contagi da coronavirus dovessero crescere durante l'autunno.

Con il recente aumento dei contagi da coronavirus su tutto il territorio nazionale, giunto a 552 nuovi casi nella giornata del 7 agosto, si sta facendo largo nella comunità scientifica italiana l’ipotesi di attuare dei mini lockdown mirati durante il prossimo autunno. L’idea è stata avanzata dal fisico dell’Università La Sapienza di Roma Enzo Marinari, che confermando gli scenari presentati da diversi epidemiologi internazionali ritiene plausibile l’eventuale necessità di ricorrere a questa soluzione.

Coronavirus, l’ipotesi dei mini lockdown

Nel suo intervento, Marinari spiega come gli esperti fossero consci fin da subito che successivamente al picco dei contagi sarebbero potuto essere necessari degli interventi specifici sui singoli focolai della pandemia: “Fin dall’inizio si era ipotizzato che dopo la fase acuta della pandemia avremmo dovuto essere pronti a fare chiusure rapide e mirate per contenere i contagi”.

Intervento per i quali però secondo il fisico: “Sarà fondamentale migliorare le procedure, gli algoritmi e le app per il tracciamento dei contatti, che finora hanno funzionato meno di quanto speravamo, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo”. Marinari precisa infatti come malgrado il recente aumento dei nuovi casi, in Italia la pandemia: “Sppare ancora sotto controllo, ma bisogna tenere la guardia alta, soprattutto nelle piccole precauzioni come l’uso delle mascherine”.

La riapertura delle scuole

Un capitolo a parte merita tuttavia la riapertura delle strutture scolastiche, sulla quale secondo Marinari si giocherà la vera partita per il contenimento della pandemia: È difficile fare previsioni su quello che ci attende con l’arrivo del freddo. Credo che la partita dell’autunno si giocherà sulla riapertura delle scuole, che andrà fatta con grande attenzione: abbiamo visto che Israele, dopo un primo picco molto basso, ha avuto un secondo picco molto più grande in concomitanza con il ritorno a scuola. Per questo servono procedure chiare per individuare e gestire i contagi”.