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Emilio Fede ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali

emilio fede

Ad Emilio Fede è stato concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali: potrà uscire di casa tutto il giorno e, se autorizzato, dalla Lombardia.

Emilio Fede, condannato in via definitiva nel processo Ruby bis, ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Una concessione che ha tenuto conto anche dell’età avanzata nonché delle condizioni di salute dell’ex direttore del Tg4.

Emilio Fede: prova ai servizi sociali

Il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza prevede che Fede, assistito dall’avvocato Salvatore Pino e attualmente in detenzione domiciliare, potrà uscire tutti i giorni dalla sua abitazione di Segrate dalle 6.30 fino alle 22. Se autorizzato dall’Ufficio esecuzione penale esterna potrà anche valicare i confini della Lombardia.

Fino ad ora l’uomo, condannato a 4 anni e 7 mesi ha scontato 7 mesi ai domiciliari e dovrà dunque completare la pena con 4 anni di servizi sociali. La sentenza riguarda le accuse di favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo Ruby bis, relativo alle note cene di Arcore. I giudici lo hanno invece assolto da quelle di induzione alla prostituzione e favoreggiamento della prostituzione minorile perché riconobbero che, come Berlusconi, non fosse a conoscenza dell’età minore della ragazza.

Tra le altre condanne ricevute dall’ex direttore spuntano anche quelle per bancarotta fraudolenta e per il caso Mediaset. La prima, di 3 anni e mezzo, era relativa al presunto ricevimento da Lele Mora del denaro dell’attuaale leader di Forza Italia. Una sentenza annullata nel maggio 2018 dalla Corte di Appello di Milano perché si è ritenuto che i soldi ricevuti fossero come corrispettivo per la sua intercessione e quindi penalmente irrilevanti.

La seconda riguarda invece l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione per la tentata diffusione di immagini ai giornali, collegata ad un presunto ricatto nei confronti dei vertici Mediaset per un fotomontaggio a luci rosse. Nel 2017 il Tribunale di Milano ha condannato Fede a 2 anni e 3 mesi di reclusione, poi diventati 2.