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Gimbe: "Saltato argine di tracciamento, boom di terapie intensive"

Gimbe Covid

L'allarme della Fondazione Gimbe sul tracciamento e sul boom di casi nelle terapie intensive.

La Fondazione Gimbe si è occupata del nuovo monitoraggio settimanale sulla pandemia da Coronavirus in Italia e il bilancio non è per niente positivo, visto l’aumento dei contagi. In questa occasione si è parlato anche del contact tracing, sistema di tracciamento dei positivi, che si è dimostrato un vero fallimento.

Gimbe sul Covid

La brusca impennata del rapporto positivi/casi testati (dal 7 al 10,9 per cento) certifica il fallimento del sistema di testing & tracing per arginare la diffusione dei contagi” ha spiegato Nino Cartabellotta. “L’avvicendarsi di Dpcm a cadenza settimanale e la parallela introduzione di ulteriori misure in alcune Regioni, dal coprifuoco alla chiusura dei centri commerciali nei weekend, dimostrano tuttavia che la politica non ha una vera strategia per contenere la seconda ondata” è stata la stoccata al Governo. La Fondazione è convinta che la politica non abbia alcuna strategia forte e sicura da applicare per riuscire realmente a contenere la seconda ondata. Il rapporto evidenzia un incremento esponenziale dei nuovi casi di Coronavirus, a fronte di un aumento dei casi testati e di un incremento del rapporto positivi/casi testati.

Dal punto di vista epidemiologico stanno crescendo i casi attualmente positivi e si registra un’impennata vera e propria di pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva. I decessi risultano raddoppiati. Anche il numero dei tamponi continua ad aumentare. “Con l’aumentare vertiginoso dei numeri l dato nazionale non rende conto di marcate differenze regionali, oltre che provinciali, che indicano le aree che richiedono provvedimenti più restrittivi per circoscrivere tempestivamente tutti i focolai e arginare il contagio diffuso” ha spiegato il presidente Nino Cartabellotta. Le performance regionali del tracciamento sono molto diverse e questo è un problema reale e molto importante. “Piuttosto che contare i numeri del giorno, è fondamentale seguire la dinamica delle curve su base settimanale. Infatti, dal 6 ottobre si impenna il trend dei casi attualmente positivi, dei pazienti ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva, seguito una settimana dopo da quello dei decessi” ha spiegato il presidente.