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Coronavirus, l'ipotesi dpcm fotocopia dopo il 3 dicembre

Coronavirus dpcm fotocopia dicembre

Il dpcm fotocopia per altre 2 settimane dopo il 3 dicembre, l'ipotesi per combattere il coronavirus.

L’Italia divisa in zone di rischio contrassegnate dai colori giallo, arancione e rosso, stenta a dare una netta inversione al numero dei contagi, dei ricoveri ospedalieri e purtroppo anche a quello delle vittime. Il dato del rapporto tamponi – positivi è in calo, così come gli accessi in ospedale, ma quello nazionale delle terapie intensive palesa come il 42% dei posti in terapia intensiva sia occupato. Ben oltre dunque la prefissata soglia limite del 30%. Tra due settimane, il 3 dicembre, l’attuale decreto non sarà più in vigore, ma è logico pensare che verranno mantenute molte delle misure di contenimento del coronavirus e comincia a palesarsi l’ipotesi di un dpcm fotocopia per almeno altri 15 giorni.

Coronavirus, ipotesi dpcm fotocopia a dicembre

Il lockdown nazionale resta dunque ancora scongiurato, anche se non si può non notare che l’Italia sia sempre più arancione e rossa e meno gialla. Fonti parlamentari della maggioranza riferiscono che il ministro Speranza sia orientato a prolungare le attuali misure almeno per altre due settimane oltre il 3 dicembre. Lo stesso titolare del dicastero della Salute aveva affermato che le prima regioni ad essere diventate rosse saranno potenzialmente le prime che riusciranno ad uscirne. Ecco dunque che, stando ai numeri, Lombardia e il Piemonte il prossimo 27 novembre potrebbero vedere abbassarsi il loro grado di rischio da rosso ad arancione. Ragionamento analogo anche per l’Emilia Romagna che potrebbe tornare ad essere gialla già la prossima settimana, ma in ogni caso sarà necessario analizzare i dati del report dell’Iss.

Le modifiche del dpcm fotocopia

Dal 3 dicembre potrebbe entrare dunque in vigore un dpcm fotocopia, ma con delle piccole modifiche date dal possibile raffreddamento della curva dei contagi. In primo luogo, rispetto all’attuale decreto, potrebbe essere garantito lo spostamento tra comuni e tra province all’interno di una regione a rischio, e, sempre con dati favorevoli, essere allungato l’orario di apertura di bar e ristoranti con il coprifuoco nazionale che potrebbe passare dalle 22 alle 23.