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Covid, il numero di persone morte nei comuni italiani

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I dati ISTAT per il periodo gennaio-settembre svelano quante persone in più sono morte rispetto agli ultimi cinque anni.

L’ISTAT, Istituto nazionale di statistica, ha pubblicato i dati inerenti al periodo compreso tra gennaio e settembre, svelando quante persone sono morte nei comuni italiani. Si tratta di dati molto importanti, soprattutto perché riguardano il 2020, che è stato un anno colpito dalla pandemia da Coronavirus, con un conseguente aumento della mortalità.

Le persone morte nei comuni italiani

I dati dell’ISTAT non svelano quanti sono stati i morti ufficiali causati dal Coronavirus, ma registrano le persone morte per qualsiasi causa, compreso il virus. Confrontando il numero di quest’anno con la media dei cinque anni precedenti, si può capire che c’è stato un aumento molto significativo. Questo serve per misurare l’impatto della pandemia, non solo per le morti dirette, ma anche per le morti indirette, ovvero causate dalla saturazione del sistema di emergenza. Si tratta di numeri importanti per capire cosa è successo nei mesi di marzo e aprile in alcune province lombarde dove il virus ha causato tantissimi morti. I numeri ufficiali della pandemia sono stati sottostimenti, in quanto durante la prima ondata moltissime persone sono morte in casa o nelle RSA senza mai essere sottoposte a tampone. Nel periodo che va da gennaio a settembre, sono morte 527.888 persone in tutta Italia, contro le 484.435 registrate dal 2015 al 219. Sono morte oltre 43mila persone in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni, con un aumento dell’8,9%. Tra marzo e aprile ci sono stati 48mila morti in più rispetto alla media degli anni precedenti, di cui 29mila sono stati attribuiti al Covid. Nell’ultimo rapporto, l’ISTAT osserva che nei primi due mesi dell’anno la mortalità è stata inferiore del 7% rispetto alla media dei cinque anni precedenti. A partire da marzo si parla di una “rottura della tendenza alla diminuzione della mortalità riscontrata per i primi due mesi soprattutto nelle aree più colpite dalla pandemia“. Le Regioni maggiormente colpite sono state al Nord, che hanno avuto un aumento del 60,5%. In Lombardia si è passati da una diminuzione del 5,6% a gennaio e febbraio ad un aumento del 111% nei tre mesi successivi. A giugno e luglio c’è stata una diminuzione dell’1,2%. Ad agosto e settembre è stato rilevato un altro aumento della mortalità, anche se non significativo come in primavera. L’incremento si è registrato soprattutto in Sardegna, Puglia, Toscana, Umbria, Sicilia e Calabria, mentre le uniche regioni del Nord che hanno avuto un aumento in questo periodo sono state Veneto e Valle D’Aosta.

L’ISTAT ha pubblicato anche i dati di tutti i comuni italiani, con i dati giornalieri dei morti divisi per età e sesso. L’Istituto superiore di sanità, il 4 dicembre, ha aggiornato il rapporto che mostra alcune caratteristiche delle persone morte ufficialmente per il Covid. Questo studio riguarda 55.824 pazienti morti da marzo a dicembre. La maggior parte delle morti è avvenuta in Lombardia, per un totale del 39,9%. Tra le patologie più diffuse ci sono ipertensione arteriosa, diabete tipo2, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, demenza e insufficienza renale, cancro e scompenso cardiaco. L’età media dei deceduti positivi è di 80 anni. Tra le complicanze più diffuse ci sono l’insufficienza respiratoria, il danno renale acuto, la sovrainfezione e il danno miocardico acuto. Nel 90,8% delle diagnosi di ricovero erano menzionate delle condizioni o dei sintomi compatibili con la malattia. Al 2 dicembre 2020 ci sono stati 657 pazienti positivi deceduti di età inferiore ai 50 anni, di cui 163 di età inferiore ai 40 anni.