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Piano pandemico e responsabilità: documento scomparso

Piano pandemico

Sul sito dell'Oms è scomparso un documento importante che testimonia le responsabilità dell'Italia, che non aveva un piano pandemico aggiornato.

L’Italia non era preparata per affrontare la pandemia da Covid-19 e ci sarebbe un documento, stranamente scomparso dal sito dell’Oms, che lo prova. In 24 ore questo documento è stato rimosso, in quanto è stato dichiarato pieno di inesattezze. Cosa conteneva questo documento?

Piano pandemico e responsabilità

Il 13 maggio un gruppo di ricercatori ha cercato di dare delle risposte per capire cosa è accaduto all’inizio della pandemia. Il report è stato pubblicato e poi rimosso nel giro di 24 ore, perché considerato pieno di inesattezze. Questa giustificazione è stata rigettata da Francesco Zambon, tra i ricercatori di Venezia che hanno firmato il documento. All’interno del documento c’è scritto che il piano pandemico italiano non era stato aggiornato dal 2006, ma semplicemente rinnovato senza nessun cambiamento. L’ultimo rinnovo è stato nel 2017, effettuato dal direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, che era Ranieri Guerra, oggi vicepresidente per l’Europa dell’Oms. Zambon ha spiegato al Guardian di essere stato minacciato di licenziamento da Guerra, che però nega ogni accusa e sostiene di non aver mai censurato il documento. La Procura di Bergamo sta indagando sulla vicenda, ma sta incontrando la resistenza dell’Oms. Ranieri Guerra è l’unico che è andato a testimoniare, mentre i ricercatori sono protetti dall’immunità diplomatica per volere dell’Oms, nonostante Zambon voglia raccontare la sua versione ai pm. Il documento originale è molto lungo e articolato. Conta cento pagine che analizzano gli errori commessi dall’Italia durante la prima ondata della pandemia di Covid, prima a livello generale poi per ogni Regione. Il nostro Paese non era preparato perché aveva “un piano nazionale di preparazione e risposta alla pandemia influenzale” creato nel 2006.

Non preparati a una simile inondazione di pazienti gravemente malati, la reazione iniziale degli ospedali è stata improvvisata, caotica e creativa” si legge nel documento. Secondo gli autori ci è voluto molto tempo prima di avere una guida ufficiale e intanto il compito è stato di controllare il flusso di pazienti negli ospedali, pur sapendo che erano contagiosi. Giovanni Rezza, epidemiologo e direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, ha detto di aver visto il documento senza aver trovato elementi critici nei confronti di ciò che è accaduto, sottolineando che “una maggiore preparazione avrebbe potuto in qualche modo determinare una risposta più rapida“. Secondo lui bisogna ricordare che le azioni necessarie sul piano pandemico sono state fatte aggiornandolo. Tra le ricostruzioni è stato ipotizzato anche il coinvolgimento del ministero della Salute e di Roberto Speranza. “In nessun momento il Governo italiano ha chiesto all’Oms di rimuovere il documento” ha scritto l’oma per smentire. Nessuno, però, sta spiegando per quale motivo i ricercatori, con immunità diplomatica, non possono spiegare la propria versione alla Procura di Bergamo. Pierpaolo Sileri ha puntato il dito contro il segretario generale Giuseppe Ruocco e gli amministrativi, chiedendo le sue dimissioni. Il viceministro della Salute ne ha parlato su Facebook: “All’interno del ministero ci sono persone che si sentono dei ‘mini ministri’ perché sanno che la politica è transitoria, mentre loro rimangono dove sono per decenni e decenni. Credo che siano loro oggi a dover rispondere e a dover dare spiegazioni esaurienti, perché un semplice appunto inviato al ministro o al viceministro non è sufficiente per declinare esattamente quali siano state le azioni intraprese negli ultimi 14 anni“.