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Lombardia, Rt sottostimato: mancanza di dati e ritardi nel consolidamento

Attilio Fontana

La Lombardia doveva essere in zona arancione, ma la mancanza di dati e i ritardi nel consolidamento hanno portato ad un Rt sottostimato.

Peggiora la situazione in Lombardia, che a partire da venerdì 5 marzo è in zona arancione scuro, ma dopo il monitoraggio settimanale dell’Iss potrebbe passare in zona rossa. C’è stato un nuovo errore nella comunicazione dei dati, come era già accaduto a gennaio, quando i numeri dei contagi Covid della Regione erano finiti al centro della polemica.

Rt sottostimato in Lombardia

A gennaio la Lombardia era finita in zona rossa per un errore, a causa di imprecisioni nei dati che avevano fatto impennare l’indice di contagio Rt. Adesso è accaduto qualcosa di molto simili, ma gli effetti sono stati opposti e di conseguenza la Lombardia è finita in zona arancione troppo tardi. Secondo un gruppo di data analyst, autori dell’account Twitter OpenCovid-mr, che hanno analizzato i dati resi pubblici dalla Regione, in Lombardia da metà gennaio l’indice Rt sarebbe superiore ad 1. Nei report ufficiali dell’Iss, invece, l’indice è sempre stato minore. Il problema sarebbe legato alla compilazione del campo “stato clinico” nelle tabelle. L’informazione spesso non veniva indicata nei report lombardi, oppure era indicata in modo parziale. Dopo aver ricevuto sollecitazioni, i tecnici lombardi lo avrebbero riempito in modo impreciso e frettoloso, sottostimando il numero degli asintomatici. Ora il campo “stato clinico” viene sempre compilato per tutti i casi. Secondo lo stesso gruppo di analisti è possibile che questo non sia sufficiente per avere la garanzia che la compilazione sia corretta.

Vengono ancora inserite alcune decine di casi ogni giorno con “data inizio sintomi” con solo l’indicazione “guarito” o “deceduto“. Mancano quelli con stato clinico sintomatico, che non rientrano nella stima di Rt. L’intenzionalità di modificarli per aggiustare gli indicatori è stata esclusa e di conseguenza la possibile spiegazione è legata ai ritardi di consolidamento. L’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Bruno Kessler, enti che analizzano i dati e certificano l’indice Rt, escludono dal conteggio gli ultimi 14 giorni perché non consolidati. Gli analisti hanno spiegato che l’esperienza di queste settimane su cui hanno i dati per fare le verifiche ha dimostrato che 14 giorni non bastano, e in Lombardia ne sarebbero serviti almeno 21 o 28. I dati sui sintomatici della Regione si consolidano così lentamente e in ritardo che escludere solo gli ultimi 14 giorni ha prodotto una curva epidemica in finta discesa, con un indice Rt falsamente minore di uno.