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Divorziano ma stipulano un contratto: "Mai parlarsi male vicendevolmente davanti ai figli"

Contratto di divorzio "etico" per due austriaci

Una terapia psicologica ad hoc ed il decreto del giudice, divorziano ma stipulano un contratto: "Mai parlarsi male vicendevolmente davanti ai figli"

Divorziano ma stipulano un contratto: “Mai parlarsi male vicendevolmente davanti ai figli”, una coppia di Verona sottoscrive un accordo in Tribunale per evitare traumi alla prole in un momento di forte vulnerabilità. Il Corriere spiega che dopo il divorzio i due hanno concordato tutti i dettagli in ordine ad un aspetto che li terrà uniti in barba al divorzio: l’educazione da dare ai figli.

Divorziano e stipulano contratto per i figli

E quel contratto prende in esame tutti i temi cardine: religione, pediatra, feste di compleanno, insomma tutto ciò che ad essere magari affrontato senza una “rotta” potrebbe ingenerare discussioni e problemi per chi il divorzio lo sta subendo. I protagonisti della vicenda sono due medici di 40 anni che hanno divorziato nel 2020. Tutto era nato da un ricorso di lui che aveva chiesto la modifica di alcune condizioni statuite per tabulas. Dato che da quell’istanza potevano scatenarsi incomprensioni la coppia, con l’avallo del giudicela stessa ha seguito una terapia psicologica da cui i due sono usciti con una vera “lista” delle cose da non fare e con una sorta di “contrattualizzazione” di quella condotta.

Collaborare e non dequalificare mai l’ex

Un decreto del Tribunale civile ha suggellato il tutto e si è partito con il “manuale”. Ma in che modo? Alcune voci sono esemplari: i genitori dovranno essere collaborativi, condividere le informazioni scolastiche, mediche e di sicurezza dei figli e soprattutto nessuno di loro dovrà pronunciare frasi o attuare condotte che dequalifichino l’altro coniuge. Il senso è che “i bambini non devono mai ricevere informazioni denigranti, squalificanti o alienanti o assistere a comportamenti negativi di un genitore nei confronti dell’altro”. E l’avvocatessa Barbara Lanza, responsabile veneto dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, ha parlato di piccola rivoluzione: “Il patto genitoriale nasce dalla considerazione che oramai i tribunali si stanno trasformando nel teatro dove mettere in scena tutte le frustrazioni e i litigi tra divorziati, che arrivano a discutere davanti al giudice per banalità come la festa di compleanno o il taglio di capelli del figlio”.