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Easyjet interessata a comprare "parte" di Alitalia

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Easyjet è interessata a comprare "parte" di Alitalia. I commissari di Alitalia e l'amministratore delegato della compagnia britannica stanno trattando

La compagnia aerea britannica a basso costo Easyjet, preme sull’acquisto di Alitalia e considera la sua offerta la migliore per l’ex compagnia aerea di Stato. L’amministratore delegato della compagnia britannica, Johan Lundgren, ha detto che Easyjet è interessata a comparare “alcune parti” di Alitalia, aggiungendo che le trattative con i commissari di Alitalia sono in corso. Il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio tra i responsabili della futura decisione.

Easyjet ennesima offerta da non farsi sfuggire

Cominciamo con il dire che Alitalia da decenni è in crisi. Diverse le gestioni dell’azienda ma il risultato non è mai cambiato. Alitalia ha perso sempre molti soldi, ma nonostante tutto resta ancora in piedi. Gli aerei di Alitalia, concentrati soprattutto sulle rotte di breve distanza, rispetto ad altre compagnie hanno un costo maggiore e ricavi limitati. Ad esempio se il costo per singolo passeggero per Ryanair, nelle tratte a breve e media distanza, è di 3 centesimi a chilometro, per Alitalia è di 6,5 centesimi. Questo in realtà è abbastanza normale e in media con altre compagnie aeree come Easyjet e Vueling. Alitalia però ha costi troppo elevati per competere con queste compagnie, e inoltre viene giudicata come un’azienda troppo ridondante, dove vi sono delle ottime professionalità che purtroppo non vengono utilizzate come dovrebbe essere. L’unica speranza che rimane ad Alitalia per sopravvivere infatti è allearsi con compagnie più grandi e solide. Nel 1996 la compagnia olandese KLM provò a fare una fusione con Alitalia ma quest’ultima rifiutò. Nel 2006, dopo dieci anni di crisi, il governo cercò di privatizzare Alitalia cercando un nuovo partner per riabilitarla. L’accordo con Air France, che intanto si era fusa con KLM, alla fine non si fece perché prevedeva 3.000 esuberi su 22mila dipendenti. Fu criticato dai sindacati e respinto da Silvio Berlusconi, che divenne poco dopo nuovamente premier. A quel punto la compagnia aerea fu presa in mano da una cordata di “coraggiosi” imprenditori italiani, su iniziativa di Berlusconi, ma che di fatto non avevano nessuna esperienza nel settore e soprattutto pochi soldi da investire. Quindi, riassumendo la tendenza generale, si può sintetizzare che ad Alitalia negli ultimi venti anni è stato impedito di allearsi con grandi aziende straniere. Questo principalmente per due motivi: per l’opposizione dei sindacati in primis, e per le decisioni dei governi che hanno sempre preferito organizzare operazioni di fortuna con cordate di investitori (col portafoglio semivuoto). E nel frattempo all’interno della compagnia che cosa è successo? Metà dei dipendenti hanno perso il lavoro, passando dai 22 mila dipendenti agli attuali 10 mila circa, e costando allo Stato circa 5 miliardi di euro.

Sarebbe stato meglio accettare a questo punto una delle offerte del passato, ma tornare indietro non si può. Si può invece sperare che l’offerta attuale di Easyjet sia seria, e valutare se non sia il caso di voltare definitivamente pagina con un caso economico-politico perdente e autolesionistico, molto di sapore “italiano”.