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FS, al via nuovi investimenti: pronte 120mila assunzioni

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Il gruppo Ferrovie dello Stato è pronto a investire 58 miliardi di euro per rinnovare infrastrutture, tecnologie, convogli e assumere su larga scala.

Ferrovie dello Stato si prepara a un nuovo grande e ambizioso programma di investimenti che porterà nei prossimi anni alla creazione di ben 120mila nuovi posti di lavoro. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato Gianfranco Battisti. “Il prossimo piano industriale FS, che presenteremo tra qualche giorno – Alitalia permettendo – sarà il più grande investimento infrastrutturale dei prossimi anni. Stimiamo per i prossimi cinque anni nuovi 120mila posti di lavoro, di cui 15mila diretti”. Lo stesso manager ha poi spiegato che il nuovo piano d’investimento prevede una spesa di 58 miliardi di euro in cinque anni (2019-2023), di cui 9 miliardi solamente durante quest’anno, nel corso del quale ci saranno 4000 o più assunzioni. “Nessuno investirà così tanto nei prossimi cinque anni in Italia, ci saranno 58 miliardi per la rete e il trasporto ad alta velocità e per i pendolari, con un’incidenza sul pil tra lo 0,7 e lo 0,9%” ha dichiarato l’ad.

Come verranno impiegate le risorse?

Tra le risorse messe in campo ben 39 miliardi di euro saranno destinati al potenziamento delle infrastrutture, altri 6 miliardi andranno invece al rilancio e al miglioramento del (tanto criticato) trasporto regionale con l’acquisto ex novo di 600 nuovi convogli. Altri quattro miliardi saranno destinati invece al miglioramento delle tecnologie e al rinnovamento dei sistemi digitali. Le restanti risorse verranno infine destinate all’alta velocità. Resta ora solamente da sbrogliare il nodo Alitalia, di cui FS è principale azionista in cerca di un nuovo partner industriale dopo l’uscita di scena di uno dei due precedenti, la compagnia low cost britannica easyJet.

Il caso Alitalia

“E’ possibile uno slittamento del piano solo di qualche giorno per il caso Alitalia”, spiega Battisti che ha poi aggiunto: “FS guarda ad Alitalia come ad un’opportunità ed è necessario che la compagnia di bandiera rimanga una compagnia di bandiera” perché “Il Paese non può non avere un presidio soprattutto sul lungo raggio“. Su Alitalia “c’è una grande aspettativa – conclude l’ad – Aspettiamo di finire gli incontri che stiamo portando avanti con gli operatori. Crediamo in una operazione industriale per intercettare tutti i flussi di traffico”.