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Omicidio di Avellino, Elena Gioia e Giovanni Limata condannati a 24 anni di carcere

Elena Gioia e Giovanni Limata condannati

Elena Gioria e Giovanni Limata sono stati condannati a 24 anni di carcere ciascuno dopo essere stati giudicati colpevoli di omicidio premeditato.

Elena Gioia e Giovanni Limata sono stati condannati a scontare 24 anni di reclusione in carcere per l’omicidio del padre della ragazza, Aldo Gioia. La sentenza è stata annunciata dai giudici della Corte d’Assise di Avellino.

Omicidio di Avellino, Elena Gioia e Giovanni Limata condannati a 24 anni di carcere

Era il 23 aprile 2021 quanto Elena e Giovanni, rispettivamente di 18 e 23 anni, hanno ucciso a sangue freddo Aldo Gioia. Il padre della ragazza è stato colpito, oggi ritenuti colpevoli di omicidio premeditato, con 13 coltellate. A distanza di due anni dall’efferato delitto, la Corte d’Assise di Avellino presieduta da Gianpiero Scarlato ha accolto le istanze del pm che aveva chiesto proprio 24 anni di carcere per i due ragazzi. Al momento della lettura in aula del verdetto, emesso dopo circa due ore di camera di consiglio, nessuno dei due imputati era presente in aula.

Nella mattinata di mercoledì 24 maggio, poco prima della sentenza, l’avvocato di Elena Gioia, Livia Rossi, aveva chiesto che venisse stabilita una condanna giusta e che non venisse considerato l’aggravante della premeditazione. Rolando Iorio, rappresentante legale di Giovanni Limata, invece, si è scagliato contro la perizia del tribunale che ha riconosciuto al suo assistito la capacità di intendere e di volere. Il legale del ragazzo, infatti, mirava a ottenere la non imputabilità o, almeno, il minimo della pena.

Dinamica del delitto e affinità con il massacro di Novi Ligure

L’assassinio si è consumato nella casa della famiglia Gioia, situata in corso Vittoria Emanuele, in pieno centro ad Avellino, nella tarda serata del 23 aprile 2021. Elena, che da poco aveva compiuto la maggiore età, era uscita dall’abitazione con la scusa di andare a gettare la spazzatura. In questo modo, aveva lasciato il portone del condominio aperto per consentire al fidanzato Giovanni – all’epoca 23enne – di entrare nell’edificio.

Dopo aver fatto irruzione in casa, il ragazzo si è avventato sull’ignara vittima, dirigente in un’azienda metalmeccanica della città campana di 53 anni, che stava dormendo sul divano. Aldo Gioia è stato pugnalato 13 volte.

L’obiettivo della coppia di fidanzati, tuttavia, non era soltanto Aldo Gioia ma anche la madre e la sorella di Elena. Le due donne, al momento dell’omicidio del 53enne, stavano dormendo al piano di sopra ma sono state bruscamente svegliate dalle urla strazianti di dolore dell’uomo. Proprio loro hanno spaventato Giovanni, mettendolo in fuga.

L’atroce delitto orchestrato a sangue freddo dai due fidanzati riporta alla mente quanto accaduto a Novi Ligure vent’anni fa: affonda, infatti, le proprie radici nel massacro compiuto da Erika De Nardo e Omar Favaro nel 2001.