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Enrica Sabatini tuona contro il M5s e Conte: "Da avvocato ad imputato del popolo"

Sabatini contro M5s Conte

La Sabatini va contro il M5s e Giuseppe Conte accusandolo di non rispettare le sentenze con il rischio di diventare l'imputato del popolo.

Continuano ad essere agitate le acque all’interno del MoVimento 5 Stelle che, dopo la sentenza del Tribunale di Napoli che ha di fatto delegittimato il ruolo di Capo politico di Giuseppe Conte, ha annunciato un nuovo voto sullo Statuto il prossimo 10 marzo. In questa data gli iscritti ai pentastellati da più di 6 mesi potranno esprimersi sul testo, ma è già certo che questa votazione non avverà su Rousseau. Contro questa scelta si è schierata Enrica Sabatini, compagna di Davive Casaleggio, socia di Rousseau e autrice di un libro molto duro contro i vertici del M5s.

Sabatini contro il M5s e Conte

“È incredibile che un uomo di legge ed ex Presidente del Consiglio come Giuseppe Conte – ha detto Enrica Sabatini all’AdnKronos – decida di convocare gli iscritti non rispettando l’ordinanza del tribunale di Napoli che lo ha sospeso dalle sue funzioni e, di fatto, reso nulla la sua leadership nel MoVimento 5 Stelle”.

M5s, la Sabatini contro Conte

La Sabatini va poi nello specifico, sotttolineando come Conte “prenda questa decisione nella piena consapevolezza di non aver alcuna competenza per indire questo voto dal momento che la convocazione stessa dell’assemblea iscritti firmata da Conte, Crimi e Paola Taverna omette in qualità di quale ruolo o carica queste tre persone procedano arbitrariamente ad effettuare una votazione in contrasto con la decisione del tribunale e arrivando dunque di fatto a dare mandato di consegnare i dati sensibili degli associati del MoVimento 5 Stelle – che non potrebbero trattare – alla società SkyVote”.

Sabatini attacca il M5s e va contro Conte

Per la Sabatini potrebbe verificarsi la situazione paradossale per la quale l’avvocato del popolo, Giuseppe Conte, rischia di diventare un imputato dal popolo“. Il motivo per la socia di Rousseau è sostanziamente dovuto al trattamento dei dati personali degli iscritti: “Non è scontato forse ricordare che chiunque tratti dati personali in modo non legittimo, potrebbe arrivare a commettere addirittura il reato di trattamento illecito di dati personali o altri reati affini. Questi tipi di reati possono portare fino a sei anni di reclusione”. “A questo si aggiunge che votare su un’altra piattaforma che non sia Rousseau – precisa – è stato ritenuto illegittimo anche dal Garante Beppe Grillo che ha ribadito in più occasioni che tale decisione è in contrasto con quanto stabilito nello statuto”.