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Congo, il neoeletto presidente libera 700 detenuti politici

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Sono oltre 700 i detenuti politici liberati dal neopresidente Felix Tshisekedi, nel tentativo di normalizzare la vita politica del paese

Il neoeletto Presidente del Congo Felix Tshisekedi ha concesso il perdono presidenziale ad alcuni importanti prigionieri politici, oltre che ad altre 700 persone incarcerate nel corso della presidenza di Joseph Kabila. Un gesto di buona volontà utile – almeno secondo la televisione statale – a lanciare un segnale di discontinuità con la precedente amministrazione. Quest’ultima, nel corso della lunga permanenza al potere, ha ingiustamente incarcerato centinaia di oppositori politici.

Annullate le condanne a prigionieri politici

Tra gli esponenti dell’opposizione liberati figurano, in particolare, i nomi di Franck Diongo e Firmin Yangambi, tutti accusati dall’ex Presidente Joseph Kabila di insurrezione contro il governo, e per questo duramente condannati. Firmin Yangambi avrebbe rappresentato una minaccia per la sicurezza nazionale. Per tale ragione era stato condannato a 20 anni di reclusione. Su Diongo pendeva, invece, una condanna a 5 anni per aver illegalmente detenuto tre soldati nel corso delle proteste esplose nel 2016.

Le elezioni del presidente Tshisekedi

Felix Tshisekedi ha preso il potere in seguito alle elezioni tenute il 30 dicembre 2018. Un passaggio elettorale che ha permesso il primo cambio al vertice democratico dello stato africano dal raggiungimento dell’indipendenza nell’ormai lontano 1960.

La misura di perdono presidenziale rappresenterebbe quindi il tentativo della neoeletta amministrazione di marcare una distanza con la gestione del potere di Kabila, che – dopo aver ereditato il potere alla morte del padre – nel corso dei suoi 18 anni al potere si è caratterizzata per la stretta sul dissenso politico. Una tendenza andata accentuandosi negli ultimi anni di governo, ma che nel corso del 2016 ha raggiunto il proprio apice. In quell’anno, infatti, era giunto a scadenza il mandato legale della sua presidenza, e in molti ne avevano chiesto la destituzione. Il rischio fu, pertanto, quello di precipitare il paese verso una spirale di violenza che avrebbe potuto costare numerose vite.

La mossa comunque non convince alcuni gruppi, che alle ultime elezioni sostenevano il membro dell’opposizione Martin Fayulu. Secondo alcuni, infatti, vi sarebbe in realtà stato un accordo tra il candidato vincitore e l’ex presidente. Accuse comunque categoricamente smentite da entrambi gli interessati.