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Brexit: il "no deal" comporterà scarsità di cibo, farmaci e carburante

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Mancano 74 giorni al B-day e il Regno Unito non ha ancora trovato un accordo con Bruxelles. Vediamo i rischi che si corrono con un "no deal".

La Gran Bretagna si prepara all’uscita dall’Unione Europea, prevista per il prossimo 31 ottobre 2019. Nel caso in cui le operazioni della Brexit si concludessero con un “no deal” (ovvero senza un accordo), però, il paese andrebbe incontro a una serie di rischi. Si chiama, infatti, “Operation Yellowhammer” il documento che descrive il duro colpo che la Gran Bretagna va infliggendosi con la Brexit. Il Sunday Times, infine, intitola il documento “Operazione martello giallo”. Vediamo di cosa si tratta.

Brexit, i rischi del “no deal”

La Brexit del prossimo 31 ottobre 2019 si avvicina e il rischio di un’uscita con “no deal” è sempre più opprimente. Senza un accordo con Bruxelles, infatti, la Gran Bretagna perderebbe quel rapporto durato quattro decenni con il continente europeo. Il Sunday Times, inoltre, è entrato in possesso del rapporto del governo sulla Brexit, noto come “Operation Yellowhammer“. Nel documento confidenziale sono contenuti tutti i possibili rischi che comporterebbe un’uscita dall’Ue senza un accordo. Tra gli scenari possibili figurano la scarsità di generi alimentari, medicinali, carburante. Inoltre, si dovrebbe affrontare la delicata questione del confine con Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda. Si genererebbero, infine, code lunghe chilometri per i camion diretti verso il Regno Unito attraverso il tunnel della Manica. Gli automobilisti, dunque, sarebbero costretti a riversarsi sulle autostrade e di conseguenza si riscontrerebbe un blocco stradale e dei servizi sociali.

Le reazioni

Di fronte agli scenari mostrati dal documento, è arrivata una reazione particolare da un portavoce di Downing Street. Quest’ultimo riferisce che l documento “è stato passato deliberatamente ai giornali da un ex ministro nel tentativo di influenzare il negoziato con la Ue“. Purtroppo, però dal mese scorso, quando Johnson è stato eletto Primo Ministro, non si è più trovato un accordo con Bruxelles. Per la prossima settimana, invece, si attendono gli incontri tra i leader Boris Johnson e Angela Merkel, e poi tra il primo ministro inglese e Macron. Una possibile alternativa per arginare i rischi di un “no deal” sarebbe quella di cercare una nuova maggioranza per formare un governo di unità nazionale in carica per qualche mese. In questo modo si bloccherebbe il voto sul “no deal” e verrebbero indette nuove elezioni. Tuttavia, a 74 giorni di distanza dal B-day, quest’ipotesi sembra essere scartata.