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Coronavirus, boom di contagi nella più grande miniera d'oro del mondo

La miniera di Mponeng, Sudafrica

Con un boom di contagi in una miniera d'oro, il coronavirus in Sudafrica torna a fare di nuovo paura. Ecco perché.

Sono oltre cento i positivi al coronavirus nella cava di Mponeng, la più grande miniera d’oro al mondo, che si trova in Sudafrica. Lo ha reso noto, tramite un comunicato, il gruppo AngloGold Ashanti, che ha dichiarato la sospensione dei lavori dopo aver rilevato 164 positivi. Il test è stato effettuato su 650 dipendenti.

Coronavirus, perché il Sudafrica è fragile

Con oltre 6mila casi accertati, il Sudafrica è il Paese africano finora più colpito dal Covid-19. Fin dai primi casi, il presidente Cyril Ramaphosa ha adottato delle misure efficaci per arrestare la curva dei contagi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto “previsioni catastrofiche” per un eventuale booster della pandemia in tutta l’Africa, ma per il governo del Sudafrica un’escalation del coronavirus sarebbe grave per vari motivi. Fra tutti, l’alta percentuale di malati di AIDS che, per loro natura, presentano basse difese immunitarie: le condizioni perfette perché il coronavirus possa aggravare la salute di tanti.

Il Sudafrica si aspetta nuove ondate di coronavirus

Il lockdown nel Paese è durato cinque settimane. Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei leoni del Kruger Nation Park che riposavano sull’asfalto, di solito invaso dalle macchine dei safari. Con il trend dei contagi in discesa, è stato possibile riprendere le attività di lavoro, anche se ci si aspetta un crollo del Pil del 16% e una perdita di posti di lavoro stimata di 4 milioni. Il governo centrale invita al buon senso, anche se gli esperti si aspettano una nuova ondata di contagi a distanza di tre mesi dalla prima.

I contagi di coronavirus nella miniera d’oro

I 164 positivi nella miniera di Mponeng destano preoccupazione. Dalla sede centrale temono che una nuova epidemia possa mettere il Sudafrica in ginocchio. Con un tasso di disoccupazione che rasenta il 27%, il Paese non potrebbe reggere. All’emergenza sanitaria potrebbe, infatti, seguire quella economica.