> > Studente bloccato in Bangladesh perché non ha la cittadinanza italiana

Studente bloccato in Bangladesh perché non ha la cittadinanza italiana

studente bloccato

Uno studente 14enne di Roma si trova da marzo bloccato in Bangladesh e impossibilitato ad andare a scuola perché privo della cittadinanza italiana.

È una vera e propria odissea quella che sta vivendo il 14enne Rubel, studente romano da sette mesi bloccato in Bangladesh perché privo della cittadinanza italiana. Una situazione kafkiana, a cui si aggiunge inoltre lo stop al collegamenti aerei tra Italia e Bangladesh, che  sta impedendo al giovane, di origine bengalese ma da ormai dieci anni residente nel nostro Paese, di frequentare il primo anno delle scuole superiori.

Studente 14enne bloccato in Bangladesh

La storia di Rubel inizia lo scorso marzo, quando la famiglia del ragazzo decide di tornare in Bangladesh per un breve soggiorno di un paio di settimane. Mentre sono nella nazione d’origine dei genitori però, in Italia scatta l’emergenza coronavirus e i voli con l’estero vengono bloccati fino a nuovo ordine, lasciando così il giovane in un limbo dove il suo unico appiglio con la sua vita italiana erano le lezioni a distanza dell’ultimo anno delle scuole medie.

È lo stesso Rubel a raccontare la sua esperienza in una telefonata Whatsapp, molto disturbata a causa della scarsa qualità della connessione presente in Bangladesh: Me manca da mori’ l’Italia, sette mesi so’ lunghi. […] Mio padre ha preso i biglietti per il 18 ottobre, in agenzia gli hanno detto che i voli riapriranno per quella data. Ma non siamo ancora sicuri di niente”. Inizialmente Rubel avrebbe dovuto tornare in Italia a giugno, ma l’aumento dei casi si Covid in Bangladesh ha complicato ulteriormente la situazione.

L’assenza della cittadinanza italiana

A questo si aggiunge ovviamente il fatto che il 14enne non è ancora cittadino italiano; una circostanza che gli impedisce di avere alcun appiglio legale per poter tornare più facilmente nel nostro Paese.

Nel frattempo i genitori del giovane lo hanno iscritto a un istituto superiore della Capitale, nel quale però non ha finora mai potuto mettere piede per frequentare le lezioni: Mi mancano gli amici, la pizza e anche la scuola. Adesso le lezioni sono solo in presenza, mi inviano dei file con i riferimenti di cosa studiare, mi hanno inserito nelle chat di classe ma con questa connessione riesco a fare poco e niente. […] Conosco altri due ragazzi che sono nella mia situazione, due fratelli che frequentano la mia stessa scuola e che sono bloccati qua”.

Una situazione scatenata dall’emergenza sanitaria che pone di nuovo sotto i riflettori la difficile condizione che vivono gli immigrati di seconda generazione, ormai perfettamente integrati nel tessuto sociale italiano ma che continuano a non essere cittadini agli occhi della legge.