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Fukushima, un milione di tonnellate d’acqua contaminata in mare

centrale di fukushima, il piano per l'acqua contaminata

L'acqua contaminata potrà essere sversata nell'Oceano Pacifico fra un paio d'anni. Il Governo giapponese ha subito forti opposizioni per questa scelta

Più di un milione di tonnellate d’acqua contaminata proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima sarà riversata nell’Oceano Pacifico. Il governo giapponese discute la questione da più di tre anni ma ormai sembra che il dado sia tratto: lo spazio per immagazzinare l’acqua contaminata si sta esaurendo. Secondo il comitato governativo, infatti, lo sversamento dell’acqua in mare è una soluzione non solo realistica, ma anche l’unica valida. Mancanza di uno spazio adeguato per lo stoccaggio di una tale quantità d’acqua, unito anche ad un progetto di smantellamento totale della centrale nucleare a cui si lavora da anni, hanno fatto accelerare il governo nipponico verso questa decisione ma le opposizioni, naturalmente, non si sono fatte attendere.

Il piano per l’acqua contaminata di Fukushima

Il governo nipponico lavora al problema dell’acqua contaminata sin da quanto, nel 2011, un devastante terremoto determinò il danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima-Daiichi. Secondo il piano elaborato dagli esperti, a partire dal 2022 nell’oceano dovrebbero finire circa 1,23 milioni di tonnellate di acque contaminate che attualmente sono state toccate in circa mille cisterne. Si tratta di acqua trattata, da cui sono state rimosse le principali sostanze radioattive e poi successivamente diluite fino a 600 volte con acqua pulita. Nonostante il trattamento, però, nell’acqua rimangono residui e scorie che non possono essere rimossi del tutto e questo, naturalmente, ha portato a forti opposizioni da parte di ambientalisti, pescatori e perfino agricoltori. Nelle intenzioni del governo giapponese, inoltre, è previsto il totale smantellamento della centrale nucleare, ormai chiusa da tempo.

Un’opzione alternativa

Secondo le stime dell’operatore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), tutti i serbatoi disponibili saranno pieni entro l’estate del 2022. Secondo alcuni, però, questa non sarebbe l’unica opzione possibile. Oltre a sversare l’acqua nell’Oceano, infatti, è stata vagliata la possibilità di costruire nuovi serbatoi o di far evaporare almeno una parte dell’acqua in questione. Quest’ultima opzione sarebbe già stata testata in seguito ad un altro incidente nucleare, verificatosi nel 1979, presso la centrale nucleare americana di Three Mile Island dove, per sbarazzarsi di circa 8.700 tonnellate di acqua contaminata furono necessari due anni di operazioni.

Al momento, però, il governo giapponese sembra orientato verso la prima soluzione, ovvero lo sversamento dell’acqua in mare: in questo caso, ci vorrebbero un paio d’anni di preparazione e, almeno in teoria, l’acqua dovrebbe subire un ulteriore processo di depurazione e filtrazione, prima di essere definitivamente diluita in mare. Secondo gli esperti, però, anche utilizzando questo sistema, ci vorrebbero decenni prima che l’intera operazione di smaltimento venga conclusa.