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Funerale Giulia Cecchettin, la lettera del papà Gino: "Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata"

lumini funebri

"Giulia era come l'avete conosciuta, allegra e felice, una giovane donna, mai sazia di imparare"

Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, ci ha travolto una tempesta terribile. Ci siamo bagnati e infreddoliti, ma ringrazio tutti quelli che si sono stretti attorno a noi. Il vostro sostengo è quello di cui avevamo bisogno in queste settimane terribile. Grazie al vescovo, alle forze dell’ordine e a tutte le istituzioni” inizia in questo modo la lettera di Gino Cecchettin dedicata alla figlia Giulia, letta durante il funerale della giovane.

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“Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata”

Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata, come può essere accaduto tutto questo. Come è potuto accadere a lei?” si chiede l’uomo. “Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi, per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell’altro“.

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci priva del contatto dell’altro: è importante la connessione umana autentica, perché questa mancanza può portare a decisione tragiche. I giovani devono imparare a comunicare. La scuola ha un ruolo fondamentale. Bisogna investire in programmi educativi per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza“, ha continuato il signor Cecchettin.

“Giulia era allegra e felice”

Gino Cecchettin ha poi iniziato a parlare della figlia: “Giulia era come l’avete conosciuta, allegra e felice, una giovane donna, mai sazia di imparare. Dopo la perdita della mamma ha abbracciato la famiglia, lei si è guadagnata anche il titolo di mamma. Era già una combattente, tenace nei momenti di difficoltà e il suo spirito indomito ha ispirato“.

L’ultimo saluto: “Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni. Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne“.

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