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Gaudiano: "La musica e l'amore aiutano a rinascere”

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Gaudiano, vincitore nella categoria “Nuove Proposte" al Festival di Sanremo con “Polvere da Sparo”, presenta "Rimani" in un'intervista a Notizie.it.

Rimani” è il titolo dell’ultimo singolo di Gaudiano vincitore nella categoria “Nuove Proposte” all’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Polvere da Sparo”. Un artista che seppur giovane ha saputo nel suo percorso artistico , attingere dalla sua maturità e dalla sua esperienza, regalando brani intrisi di profondità, eleganza e spessore. L’amore per la musica che Gaudiano dipinge nella sua vittoria al Festival di Sanremo ha il sapore di un valore salvifico per l’artista, terapeutico e di rinascita, nelle note e nei versi di un brano in cui si evincono i valori trasmessi quotidianamente, giorno dopo giorno, da suo padre. Un talento cresciuto al Sud, nella sua Foggia, maturato e cresciuto prima a Roma e poi definitivamente a Milano, città che oggi ci regalano un artista che ci parla in maniera pregevole nei testi e nella composizione , di riunificazione, vicinanza ed empatia e di questi tempi, sicuramente è tanto.

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“Rimani” è il titolo del tuo ultimo singolo, traccia che invita al riunirci, al stringere i rapporti e a riappacificarsi. Come nasce l’idea di proporre questo brano in un periodo cosi particolare per tutti noi?

Sostanzialmente è una canzone d’amore che nasce perché c’è una mancanza alla base, che è appunto quella della vicinanza, ma come può essere sia fisica che mentale, è semplicemente la necessità di stare insieme quando si sta da soli, sopratutto quando la solitudine prende il sopravvento.

Luca, partiamo dal brano che ti ha incoronato come vincitore al Festival di Sanremo 2021 nelle categoria “Nuove Proposte”. Un dolore lancinante, che tu descrivi, ponendo il punto sul dolore, il rifiuto di un lutto su una persona fondamentale della tua vita. La musica, l’elaborazione del testo è stata un componente terapeutica per buttare fuori tutto quello che avevi dentro?

Assolutamente sì, è stato molo terapeutico poter cantare una storia come questa, così personale in un occasione così importante con dei riflettori cosi grandi e accesi sulla mia storia. Mi ha aiutato sicuramente a uscire da un trip abbastanza negativo che è appunto quello della mancanza, del lutto e dell’assenza. Di conseguenza la canzone si è fatta tramite, in qualche modo, come la musica in generale, di un percorso di rinascita.

Tuo padre è stata la persona che ti ha introdotto nel mondo della musica, avvicinandoti ad un arte diretta, affascinante, regalandoti una chitarra a soli 15 anni. Cosa ricordi del rapporto che avevi con tuo padre della tua adolescenza?

Il rapporto con mio padre è stato bellissimo. Prima ancora nell’infanzia, ricordo cose bellissime. Prima ancora di introdurmi nel mondo della musica, mi ha regalato semplicemente regalato gli strumenti affinché io potessi coltivare le mie passioni e portale avanti. Non mi hai mai obbligato nelle scelte è stato sempre molto tifoso delle mie passioni e di conseguenza mi ha sempre appoggiato in tutto, in qualsiasi scelta o cambiamento nella mia vita. Si è sempre fatto carico delle mie necessità.

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Tu vieni dal sud, dalla splendida Puglia. Poi la tua carriera artistica , ti ha portato a trasferirti a Milano, come hai vissuto questo passaggio di vita sia dal punto di vista umano che musicale.

Sono stati dei passaggi importanti che hanno rispecchiato dei miei cambiamenti interiori. Ogni città ha fatto parte di un momento della mia vita. Quando sono stato a Foggia era un momento di “nascita” sotto il punto di vista artistico, quindi è stato li che ho messo le radici per capire cosa avessi voluto fare nella vita. Roma poi mi ha dato la formazione, regalandomi anni intensi di studio, veicolando cosi il mio talento, e poi Milano è stata la città in cui ho messo a frutto tutto quello avevo immagazzinato nel corso degli anni, per poi seguire la mia strada e nascere sotto un punto di vista cantautoriale.

Ti definisci “un reduce di guerra salvato dalla musica”. Come nasce questa definizione?

Il concetto è molto semplice. Quando qualcuno affronta una cosa devastante come una malattia, cosi tragica, sia esso il diretto interessato o un familiare, il tormento e il dissidio che si vive internamente è paragonabile ad una grande guerra che non finisce mai, poiché quotidianamente si è messi alla prova sia emotivamente che fisicamente, quindi quando la musica è venuta a salvarmi, mi sono sentito come il classico soldato che torna a casa dopo essere , in qualche modo vissuto momenti difficili.

Photo Credits: Paolo De Francesco