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Giorgia Meloni dopo l'attentato a Mosca: "Dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda"

Meloni attentato

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa in merito all'attentato a Mosca, nel programma 'Fuori dal Coro' in onda stasera, 27 marzo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista a ‘Fuori dal coro’, in onda questa sera su Rete4, si è pronunciata dopo le accuse di Vladimir Putin all’Ucraina e all’Occidente, in merito all’attentato a Mosca.

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni dopo l’attentato a Mosca

«L’attentato a Mosca è stato rivendicato: quando si fa propaganda si può dare la colpa a chi si vuole ma c’è qualcuno che lo ha dichiarato e del resto le modalità sono quelle che noi conosciamo. Non vedo come un attentato del genere potrebbe aiutare l’Ucraina o l’Occidente e anche noi dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda. Quello che è accaduto a Mosca è stato scioccante, ma sono immagini che abbiamo già visto in altri contesti. Ero a Parigi quando ci fu l’attentato al Bataclan, anche quello rivendicato dall’Isis».

Giorgia Meloni e la sicurezza contro il terrorismo dopo l’attentato a Mosca

«Quello della sicurezza contro il terrorismo è un fronte su cui il governo lavora con attenzione, particolarmente dopo gli attentati di Hamas contro Israele, noi abbiamo chiuso lo spazio Schengen con la Slovenia perché da là arriva la maggioranza degli immigrati illegali che arrivano da quelle aree; dal 7 ottobre abbiamo espulso 47 persone sospettate di radicalismo, e negli anni precedenti erano più o meno quelli espulsi in un anno intero; facciamo riunioni con l’intelligence, abbiamo rafforzato la sorveglianza degli obiettivi sensibili».

Giorgia Meloni e la guerra Russia-Ucraina

«Quello che Putin aveva in testa era una guerra lampo che gli avrebbe consentito di invadere l’Ucraina in qualche giorno e se questo fosse accaduto, temo che non si sarebbe fermato. Quindi quello che fa chi cerca di aiutare l’Ucraina è allontanare la guerra rispetto alla possibilità che arrivi nel cuore d’Europa. Non è facilitarla, perché se fosse riuscito, o se riuscisse, noi ci ritroveremmo una guerra che è molto più vicina a casa nostra. Lo abbiamo fermato lì e secondo me se non molliamo lo costringiamo anche a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta che è ovviamente l’obiettivo che abbiamo perché non è che ci divertiamo nell’attuale contesto. L’importante è che noi sappiamo qual è l’obiettivo che vogliamo. Io continuo a rispedire al mittente l’idea che chi aiuta l’Ucraina vuole la guerra e i russi che l’hanno invasa vogliono la pace».