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Giorgia Meloni insorge sulla delega contro le droghe a Fabiana Dadone: "È un'antiproibizionista"

In tema di lotta alla droga Dadone è notoriamente su posizioni opposte a quelle di FdI

Giorgia Meloni insorge sulla delega contro le droghe a Dadone: "Grave che per un compito così delicato si sia scelto chi voleva legalizzare la cannabis"

Giorgia Meloni insorge sulla delega contro le droghe a Fabiana Dadone e critica la decisione di Mario Draghi di affidare il ruolo ad una “antiproibizionista”. Il premier ha sparigliato le carte con la sua ultima mossa. Vale a dire quella di affidare la delega alle politiche contro la droga alla ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone del Movimento 5 Stelle. E, inutile quasi sottolinearlo, la scelta del premier ha scatenato l’ira del centrodestra. Ira sostanziata tutta dalla furiosa reazione della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Meloni che ha due “sponde” fortissime per far sentire la sua voce: è la sola all’opposizione e guida un partito che ha posizioni storicamente opposte a quelle attribuite a Dadone in materia di droga. 

Delega per la lotta alle droghe a Dadone: Meloni non ci sta

Tuttavia anche Forza Italia, che invece fa parte della maggioranza di governo, non ha gradito la scelta di Draghi. Ma perché? In tema di droga Fabiana Dadone è dichiaratamente schierata su posizioni antiprobizioniste. E questo a Meloni non è andato affatto giù: “Per anni FdI ha chiesto l’assegnazione della delega. Questo perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell’emergenza droga. Tuttavia è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis”. 

Quando Dadone attaccò il Pd sul tema

Le occasioni in cui le idee di Dadone sul tema droga sono emerse non mancano. Una delle più “appetibili” per gli strali sia ideologici che politici di FdI è quella del 2017. Perché? Perché in quell’occasione la Dadone attaccò proprio gli attuali compagni di esecutivo del Partito Democratico. Lo fece parlando della legge sulla legalizzazione della cannabis e criticando il Pd che aveva “svuotato” la norma. 

Il testo di legge “svuotato” dai Dem

Ecco un brano: “Il testo base, che è stato votato oggi, prevede solo la cannabis ad uso terapeutico: tanta fatica per nulla. Inoltre l’uso terapeutico è già presente anche nell’altro testo base, escludendo a priori coltivazione personale e commercializzazione sotto controllo dello Stato. Una scelta non solo contraria alle indicazioni fornite da illustri magistrati come il procuratore Antimafia Roberti, ma che non incide assolutamente sulla volontà, ribadita da più parti, di colpire il traffico di stupefacenti in mano alle mafie”.