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Guerra Russia-Ucraina, l'appello dell'orfanotrofio di Kirovograd: "Ci serve tutto"

Ucraina orfanotrofio Kirovograd

"Questa foto la devono vedere tutti, tutto il mondo", scrivono le donne che gestiscono la struttura di Kirovograd mostrando le foto dei piccoli orfani.

Un’altra giornata di guerra in Ucraina, dove si susseguono i bombardamenti e si teme un attacco imminente a due sedi dei servizi segreti. Le città fantasma, ormai deserte, sono popolate solo da posti di blocco e si preparano all’ingresso di quella lunga colonna di armi e mezzi pesanti, carri armati che si avvicinano al centro di Kiev. Piazza dell’Indipendenza, simbolica per l’intera Ucraina, sarà probabilmente il cuore delle nuove battaglie, simbolo della rivolta del popolo ucraino, ormai certo che quella sarà il nuovo campo di battaglia. Tutti dicono che nelle prossime ore accadrà qualcosa, ma di sicuro non vi è nulla. Le sensazioni intanto generano paure. I convogli si susseguono per portare in patria i cittadini stranieri e chi può fugge. Le prime vittime della guerra sono i bambini, creature innocenti smarrite in un mondo in cui dilagano odio e crudeltà. Commuovono e straziano il cuore le immagini dei bambini che salutano i padri, dei più piccoli che lasciano le proprie case, delle madri che disperate camminano instancabilmente per centinaia di chilometri pur di salvarsi. A lanciare un nuovo appello sono le donne che gestiscono l’orfanotrofio di Kirovograd, le quali hanno condiviso le foto dei bambini orfani e chiedono aiuti al resto del mondo, dai beni di prima necessità ai giocattoli per i più piccoli.

Guerra Russia-Ucraina, l’appello dell’orfanotrofio di Kirovograd

Anche la città di Kirovograd è bombardata dai russi. Così anche l’orfanotrofio si è spostato e i più piccoli si sono rifugiati in luoghi che si spera siano più sicuri. Le donne che gestiscono la scrittura hanno condiviso su Telegram le foto dei bimbi, scrivendo: “Questa foto la devono vedere tutti, tutto il mondo”.

Con un nuovo appello si chiedono cibo, coperte, medicine e giocattoli. La richiesta è stata subito ascoltata: la popolazione locale, infatti, è corsa in loro aiuto e si sono mobilitati per soddisfare le loro necessità.