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Antonio Meucci: invenzioni e biografia del genio italiano

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Antonio Meucci è considerato un inventore del calibro di Thomas Edison, ma in vita non riuscì a concludere la sua più grande invenzione: il telefono.

Antonio Santi Giuseppe Meucci nasce a Firenze il 13 Aprile 1808. Fu un inventore noto per aver sviluppato il primo prototipo di telefono della storia, capace di mettere in comunicazione tra loro due dispositivi; l’invenzione prese il nome di telettrofono. Meucci non inventò soltanto il telettrofono, ma si ingegnò anche nella creazione di bevande gassate, oli aromatici e molto altro ancora. Antonio Meucci è ad oggi considerato un inventore del calibro di Thomas Edison e Guglielmo Marconi.

Antonio Meucci: la biografia

Meucci nacque a Firenze, nel Borgo San Frediano, da una famiglia umile; la sua disponibilità economica non gli permise di completare gli studi intrapresi presso l’Accademia di Belle Arti. Ritrovandosi presto senza soldi, Meucci abbandonò gli studi e iniziò a lavorare. Svolse ogni sorta di professione, dal doganiere al macchinista teatrale. Proprio nell’ambito teatrale incontrò Ester Monchi, una sarta che diventerà sua moglie.

Nonostante le molteplici mansioni che si ritrovò a dover svolgere per mantenersi, Meucci riuscì comunque a trovare il tempo per dedicarsi ai suoi studi sull’elettricità fisiologia e animale. Egli fu anche un grande attivista politico; schierato dalla parte dei repubblicani, verrà obbligato ad abbandonare il Granducato di Toscana. A seguito di numerosi viaggi tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie, decise di stabilirsi in via definitiva a Cuba; qui continuò a lavorare come macchinista teatrale. Due anni dopo, nel 1850, si trasferì negli Stati Uniti, a New York.

Il telettrofono

A New York intraprese una numerosa serie di attività, tra cui l’apertura di un negozio di candele, dove conoscerà per la prima volta Giuseppe Garibaldi, con il quale stringerà un’amicizia intima. Contemporaneamente alla gestione del negozio di candele, iniziò i suoi primissimi studi sul telettrofono, che completò nel 1856. In quest’anno realizzò il primo apparecchio funzionante; lo strumento fu ideato per mettere in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto della moglie, gravemente malata e in fin di vita.

Pur avendo tra le mani un modello di telefono funzionante, non riuscì a trovare i fondi necessari a finanziare il brevetto e la diffusione della sua invenzione. Il negozio di candele fallì infatti rapidamente e l’inventore si ritrovò a chiedere aiuto alle potenti famiglie fiorentine, che però non gli diedero ascolto. Da quel momento in avanti, la vita del celebre inventore fu un susseguirsi di vicende sfortunate. Con il fallimento del negozio, oltre a non trovare i fondi necessari per le sue ricerche, non riuscì nemmeno più a mantenersi; si ritrovò a chiedere nuovamente aiuto ai cittadini italiani emigrati all’estero, i quali però, anche in questo caso, si rifiutano di aiutarlo.

Quando finalmente riuscì a trovare i fondi necessari a brevettare la sua invenzione, scoprì di essere stato preceduto dall’americano Graham Bell; costui che aveva inventato dopo Meucci un apparecchio simile al suo, ma lo aveva brevettato prima. Antonio Meucci morì infine nel 1889 a New York, dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita a lottare per la sua invenzione, che gli verrà riconosciuta ufficialmente solo nel 2002 dalla Corte Suprema americana.

Le altre invenzioni di Meucci

Molti conoscono Antonio Meucci solo per l’invenzione del telefono, non sapendo che inventò e scoprì molte altre tecnologie, ancora tutt’oggi utilizzate, come la carica induttiva applicata alle linee telefoniche. Meucci applicò le sue ricerche anche in campo alimentare, inventando bevande frizzanti al gusto di frutta e ricche di vitamine, e speciali oli volti a migliorare il sapore dei piatti. Rivoluzionò persino il modo di leggere e stampare i giornali, realizzando un particolare tipo di carta composta da alghe e in grado di resistere maggiormente all’acqua.