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Villani: "1 genitore su 3 ha rinviato le vaccinazioni per il covid"

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Villani mette in guardia sulle problematiche dell'aver rinviato le vaccinazioni durante il covid "Potrebbero tornare alcune malattie".

Il professor Alberto Villani, presidente nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip) e responsabile del reparto di Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale Bambino Gesù, ha rilasciato un’intervista all’HuffPost nella quale ha detto la sua in merito alle vaccinazioni dei più piccoli in Italia e su come una mancata attenzione al tema potrebbe generare in futuro dei rischi non trascurabili. Nello specifico, stando alle parole del professore, “un genitore su 3 ha rinviato le vaccinazioni durante l’emergenza Covid-19″. Una situazione sicuramente comprensibile, ma alla quale occorre porre il primo possibile rimedio: “Il vaccino – ha detto Villani – è uno strumento indispensabile, anzitutto ora che si parla di ritorno sui banchi di scuola”.

Villani, troppe vaccinazioni rinviate per il covid

Come fondamento scientifico alla base delle sue dichiarazioni, Villani riporta i risultati di un sondaggio condotto dalla Società Italiana di Pediatria in collaborazione con Pazienti.it. L’analisi, durata dal 28 aprile all’8 giungo, ha riguardato un campione di 1500 intervistati con figli nella fascia 0 – 11 anni contattati tramite canali social. Al quesito “in queste settimane hai rimandato le vaccinazioni di tuo figlio?”, il 66% del campione ha risposto “no”, mentre il 34% ha risposto “sì”: ben 1 genitore su 3. Inoltre, analizzando le risposte del sottocampione (34%) si scopre tra le ragioni del rinvio hanno giocato un ruolo importante anche le scelte organizzative dei centri vaccinali durante la pandemia. Il 42% del sottocampione ha dichiarato che è stato il centro a posticipare l’appuntamento e il 13% ha affermato che il centro era addirittura chiuso. Il restante 44% ha preso in autonomia la decisione del rinvio “per ragioni di sicurezza”.

“Come in altre situazioni di criticità – spiega il professor Villani – l’epidemia di Coronavirus è stata una cartina di tornasole che ha messo in evidenza alcune difficoltà del sistema. Negli anni, i centri vaccinali e i dipartimenti di prevenzione hanno subito un progressivo abbandono. Questo ha comportato delle conseguenze, emerse soprattutto nel periodo d’emergenza. Possiamo dire che i motivi del rinvio delle vaccinazioni sono due. Uno è legato alla paura dell’esposizione al contagio da parte dei genitori: lo stesso che durante la pandemia ha fatto desistere mamme e papà dal portare i propri figli in Pronto Soccorso anche di fronte a sintomatologie importanti. L’altro invece è il problema cronico dei centri vaccinali, spesso ubicati in strutture non adeguate e con scarso personale”. La speranza per il medico dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma è che “all’indomani dell’emergenza Covid, sembra che da parte delle istituzioni ci sia la volontà di riqualificare i centri, riportandoli alla condizione di 15-20 anni fa. Questo contribuirebbe in gran parte alla soluzione del problema”.

I rischi di rimandare le vaccinazioni

Ad essere rimandate, secondo i dati raccolti, sono state soprattutto le vaccinazioni della fascia 0-2 anni. Si va da quelle obbligatorie come l’esavalente (Difterite-tetano-pertosse acellulare, Polio, Hib, Epatite B) e l’MPRV (morbillo, parotite rosolia e varicella), fino a quelle raccomandate come il meningococco B e lo pneumococco. “È necessario vaccinare tutti, al più presto. Non bisogna dimenticare la possibile recrudescenza di malattie che grazie ai vaccini sono state combattute. Per esempio, nel 2017 in Italia erano stati registrati quasi 5mila casi di morbillo. Dopo la Legge Lorenzin sulle vaccinazioni obbligatorie avevamo riscontrato un recupero soddisfacente dei tassi di copertura vaccinale. Ora bisogna tornare a lavorare su questo fronte”.