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Papa, il primo Angelus post operazione: “Dolore per chi ha perso la vita nel naufragio nel Mar Egeo”

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Il primo Angelus di Papa Francesco dopo l’operazione dello scorso 7 giugno: cosa ha detto il Santo Padre ai fedeli.

Papa Francesco, nella tarda mattinata di domenica 18 giugno, ha declamato il suo primo Angelus dopo l’operazione alla quale si è sottoposto nei giorni scorsi.

Papa, il primo Angelus post operazione: “Dolore per chi ha perso la vita nel naufragio nel Mar Egeo”

“Con grande tristezza e dolore penso alle vittime del gravissimo naufragio avvenuto nei giorni scorsi al largo delle coste della Grecia”. A dirlo è stato il Pontefice durante il suo primo Angelus in Piazza San Pietro dopo l’intervento chirurgico al quale si è sottoposto lo scorso 7 giugno. Dopo aver ricordato le vittime della strage in Uganda e dopo aver voluto rivolgere un pensiero al popolo ucraino, Papa Francesco ha ringraziato i fedeli per la vicinanza che gli hanno mostrato durante la degenza in ospedale.

“Esprimo la mia gratitudine per chi ha manifestato affetto, premura e amicizia e assicurato il sostegno della preghiera”, ha detto. “La vostra vicinanza per me è stata di grande aiuto e conforto”, ha aggiunto il Santo Padre rivolgendosi alla folla radunata sotto la finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per il tradizionale appuntamento domenicale di mezzogiorno. “Grazie di cuore”, ha ribadito.

Bergoglio, poi, ha continuato l’Angelus, affermando: “Dio non è distante, ti ama. Il Signore è lì con te anche quando cadi, quando sei più debole senti più forte la sua presenza. A me lasciano perplesso, molto perplesso, i ‘parolai’ con il loro tanto parlare e niente fare. Dio non è distante e perciò noi non siamo soli in terra, e anche nelle difficoltà non perdiamo la fiducia”.

L’invito rivolto ai fedeli

Il Pontefice, inoltre, ha rivolto un preciso messaggio ai fedeli. “L’invito è quello di pensarsi come un bambino, che cammina tenuto per mano dal papà: tutto gli appare diverso. Il mondo, grande e misterioso, diventa familiare e sicuro, perché il bambino sa di essere protetto. Non ha paura e impara ad aprirsi: incontra altre persone, trova nuovi amici, apprende con gioia cose che non sapeva e poi torna a casa e racconta a tutti quello che ha visto, mentre cresce in lui il desiderio di diventare grande e di fare le cose che ha visto fare dal papà. Ecco perché Gesù parte da qua, ecco perché la vicinanza di Dio è il primo annuncio: stando vicini a Dio vinciamo la paura, ci apriamo all’amore, cresciamo nel bene e sentiamo il bisogno e la gioia di annunciare. Se vogliamo essere buoni apostoli, dobbiamo essere come i bambini: sederci ‘sulle ginocchia di Dio’ e da lì guardare il mondo con fiducia e amore, per testimoniare che Dio è Padre, che Lui solo trasforma i nostri cuori e ci dà quella gioia e quella pace che noi stessi non possiamo avere”.

Infine, il Santo Padre ha ricordato ancora una volta gli studenti ugandesi massacrati nei giorni scorsi e i migranti morti nell’ultima tragedia che si è consumata nel Mare Egeo. “Rinnovo la preghiera per quanti hanno perso la vita e imploro che sempre si faccia tutto il possibile per prevenire simili tragedie”, ha detto, sottolineando che il prossimo martedì 20 giugno ricorrerà la giornata mondiale del rifugiato promossa dalle Nazioni Unite.