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Incastrato dopo 12 anni dai resti del cervello della moglie: il caso Ian Stewart

Ian Steward Diane Helen Bailey

Ian Stewart, già all'ergastolo per l'omicidio della compagna Helen Bailey, è accusato di aver ucciso anche la moglie.

Ian Steward, 61 anni, già condannato all’ergastolo per l’omicidio del 2016 della compagna Helen Bailey, è nuovamente sotto processo per aver ucciso anche la moglie Diane, morta nel 2010. Steward è stato accusato dopo un’analisi effettuata sui tessuti cerebrali di Diane, che con un’espressa volontà testamentaria aveva donato il suo cervello alla scienza.

Il caso Ian Stewart: la moglie Diane morta nel 2010

Diane era morta a 47 anni nel 2010, apparentemente per un attacco di epilessia. Era stato lo stesso Ian Steward a chiamare un’ambulanza, dichiarando di aver trovato la moglie priva di sensi in casa.

L’uomo, sempre calmo e sereno, aveva però dimostrato in seguito uno strano comportamento, raccontando versioni diverse dell’avvenimento, stando in disparte ai funerali della moglie, comprandosi un’auto sportiva e cercando subito nuove relazioni sentimentali.

Il caso Ian Stewart: l’omicidio di Helen Bailey

Due anni dopo la morte della moglie Diane, nel 2012 Ian Steward aveva avviato una relazione con la scrittrice di libri per ragazzi Helen Bailey. L’uomo aveva però ben presto iniziato a somministrarle una gran dose di sonniferi, tentando di deviare verso di sè la fortuna dell’autrice di circa 4 milioni di sterline. Nel 2016 ne aveva denunciata la sparizione.

Il corpo di Bailey, insieme a quello del suo cane, era stato trovato in un pozzo nero sotto la casa della coppia e Steward era stato accusato per omicidio.

Il caso Ian Stewart: accusato di omicidio dai resti del cervello di Diane

Nel 2022 il nuovo colpo di scena. Il cervello di Diane, donato dalla donna alla scienza, ha rivelato che la sua morte è avvenuta per soffocamento e non per un malore. Secondo l’analisi, la donna negli ultimi 18 anni di vita non aveva sofferto di attacchi epilettici.

Grazie a questi studi, Ian Steward è stato riportato in tribunale e il caso è stato riaperto. “La morte è stata probabilmente causata da una prolungata restrizione del respiro e il resoconto fornito da Stewart, l’unica persona presente al momento, è stato direttamente contraddetto dall’evidenza medica“, ha dichiarato il procuratore britannico Stuart Trimmer.

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