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India: vincono gli attivisti, l'omosessualità non è un reato

l'omosessualità libera in India

Dopo anni di battaglie da parte dei LGBT, la Corte suprema indiana ha annunciato: "criminalizzare l'omosessualità è irrazionale e indifendibile".

Cambiamento storico nella legislazione indiana: dal 6 settembre in India l’omosessualità non è più un reato. La Corte suprema indiana ha depenalizzato l’omosessualità revocando il codice penale indiano, il codice parlava di “offese contro natura” con il rischio di 10 anni di carcere.

L’omosessualità non è un reato in India

Lo scrive l’agenzia di stampa Indiana dopo che un collegio, composto da 5 giudici ha decretato che “criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile” queste le parole del presidente del collegio Dipak Misra.

Il verdetto arriva dopo una lunga battaglia compiuta dagli attivisti dei diritti civili, le associazioni e le comunità LGBT internazionale: nel 2009 si era quasi arrivati a questo punto ma la stessa Corte di Dehli aveva rimandato la sentenza nel 2018.

Koran Johar, uno degli attori più famosi di Bollywood ha twittato: “Storica sentenza!! Sono così fiero oggi, depenalizzare gli omosessuali e abolire la sezione 377 è un grande passo per l’umanità e pari diritti! Il paese ha bisogno di riavere il suo ossigeno”.

L’India è diventata indipendente nel 1947, da quel momento l’omosessualità è rimasta un reato ( a parte un breve periodo dal 2009 al 2013). Si stima che in India ci siano circa 2 milioni e mezzo di gay, uno dei paesi con il maggior numero nel continente asiatico e fino a qualche anno fa continuavano ad essere discriminati.

In Asia però il reato di omosessualità è ancora molto diffuso: Bangladesh, Myanmar, Indonesia e Malesia continuano a discriminare le coppie gay. Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan, Emirati Arabi, Somalia, Nigeria, Iran, Mauritania e Yemen sono quei paesi in cui è ancora in vigore la pena di morte per il “reato di omosessualità”