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La UEFA boccia il Milan, a giugno le sanzioni

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Negato il patteggiamento per le "incertezze sul rifinanziamento del prestito". Il club rischia il blocco del mercato o l'esclusione dall'Europa.

Nonostante la convincente vittoria per 5-1 sulla Fiorentina che ha permesso al Milan di centrare nell’ultima giornata di Serie A l’accesso diretto all’Europa League della prossima stagione, si complicano non poco i piani del club rossonero in seguito all’ennesima bocciatura della UEFA, che ha negato alla società milanese il settlement agreement, ovvero la possibilità di patteggiare accettando determinate sanzioni nell’attesa di sistemare i conti. Il Milan è stato dunque rinviato a giudizio, e a metà giugno l’organo di controllo del calcio europeo si pronuncerà sulla sanzione da applicare, che può andare da una semplice (pesante) ammenda fino al blocco del mercato o l’esclusione dall’Europa League. “C’è grande amarezza, è un danno alla nostra immagine”, ha detto l’amministratore delegato Marco Fassone, che si vede ora costretto a congelare le mosse pensate dai rossoneri per il mercato in entrata.

La UEFA boccia il Milan

Non è bastato il successo per 5-1 sulla Fiorentina, che è valso l’accesso diretto in Europa League, per riportare il sereno in casa Milan. Finito il campionato, il club rossonero deve ora fare i conti con la decisione della UEFA, che stava monitorando la situazione della società nell’ottica del rispetto del Fair Play Finanziario.

L’organo amministrativo del calcio europeo ha infatti deciso di non concedere al Milan il settlement agreement, ovvero quel patteggiamento che consente ai club in deficit oltre il consentito di concordare una sanzione (più morbida) a fronte di un piano per rientrare e ottenere il pareggio di bilancio.

La UEFA ha deciso di rinviare a giudizio la società rossonera poiché “la camera di investigazione è del parere che permangano ancora incertezze sul rifinanziamento del prestito e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018″, come spiegato in un comunicato ufficiale.

Mentre la massima perdita consentita per i club sotto osservazione è di 30 milioni di euro, il Milan avrebbe invece un deficit complessivo di oltre 100 milioni negli ultimi due esercizi, aggravato dal fatto che la UEFA non considera convincente il piano di espansione sul mercato cinese proposto dai rossoneri, con conseguente aumento dei ricavi.

Le possibili sanzioni

Con queste premesse, i giudici contabili della UEFA si riuniranno a metà giugno per decidere quale sanzione applicare alla società milanese, con tre possibili scenari.

Il Milan potrebbe ricevere e pagare una multa molto salata, evitando così l’esclusione dall’Europa League, raggiunta nel finale di campionato dalla squadra di Rino Gattuso. La sanzione si estenderebbe però a un blocco del mercato in entrata, fatta eccezione per i parametri zero Reina e Strinic, già acquistati dai rossoneri, che potrebbero unirsi alla squadra. Per il resto, il club potrebbe operare solo attraverso delle cessioni.

In una seconda ipotesi, la UEFA deciderebbe di non consentire al Milan di partecipare alla prossima Europa League, a cui accederebbe a questo punto la Fiorentina, ottava classificata, qualora avesse le condizioni per iscriversi alla competizione. Inoltre, il club meneghino verrebbe in questo caso costretto a riequilibrare i conti effettuando una o più cessioni importanti, con Gianluigi Donnarumma primo indiziato a lasciare Milano.

Rimane tuttavia viva anche la possibilità che la UEFA decida di congelare la decisione, prendendosi più tempo per meditare sulla sanzione da applicare.

Fassone e mercato

L’amministratore delegato del Milan Marco Fassone ha commentato la decisione dalla sede di Serie A, esprimendo tutto il suo rammarico: “C’è grande amarezza, è un danno alla nostra immagine”, ha spiegato il dirigente, “Mi sembra importante che il Milan assuma una posizione chiara dopo il comunicato dell’Uefa. Mi attendevo che la Uefa ci offrisse un settlement agreement: perché da quando c’è il Financial Fair Play c’è sempre stata la concessione del settlement, c’è stato un solo caso in passato con una società russa, non di primissimo livello, che è stata rimandata”.

Fassone ha specificato che “il voluntary agreement non ci è stato consentito perché la commissione riteneva opportuna la garanzia bancaria da 165 milioni da parte della holding. La Uefa dice che il fatto che la holding non abbia rifinanziato il debito con Elliott getta delle nubi sul futuro della società”.

In seguito a quanto deciso dalla UEFA, si complica per il Milan anche la pianificazione del mercato estivo, che vedeva come priorità quella di acquistare un grande attaccante. Massimiliano Mirabelli aveva infatti annunciato la permanenza di Cutrone e il rientro di Carlos Bacca dal prestito al Villarreal, aggiungendo poi: “Vorremmo rimpiazzare due attaccanti con un grande centravanti“.

Oltre all’interesse già noto per la punta del Torino Andrea Belotti, si sono fatti i nomi di Ciro Immobile della Lazio, capocannoniere del campionato con 29 gol, e di Alvaro Morata, ex juventino già cercato la scorsa estate. Prima di scegliere il centravanti, però, il Milan dovrà risolvere la questione con la UEFA.