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Bolzano: è a quota 147 ma rifiuta di andare in pensione

Pensione

Ha 86 anni, ma di andare in pensione non ne vuole sapere. Pierino lavora nella tintoria Vienna dal 1957, quando lui di anni ne aveva solo 13.

C0n il superamento della legge Fornero e la creazione della “Quota 100”, saranno molti i lavoratori che potranno scegliere di andare in pensione prima rispetto a quanto previsto finora. Molto probabilmente infatti sarà possibile accedervi a 62 anni d’età e 38 anni di contributi. Una legge che è nata con l’obiettivo di privilegiare chi ha iniziato molto giovane a lavorare e garantire un ricambio generazionale nei posti di lavoro pubblici e privati, ma non manca chi non ne è soddisfatto. Come Piero Pilotto, detto Pierino, 86enne di Bolzano particolarmente affezionato al suo lavoro in tintoria. “A casa non saprei cosa fare” afferma.

La storia di Piero

Ha 86 anni, ma di andare in pensione proprio non ne vuole sapere. Pierino lavora nella tintoria Vienna di Bolzano dal lontano 1957, quando lui di anni ne aveva soltanto 13. Oggi, tra età anagrafica ed anni lavorativi, ha già abbondantemente superato la “quota 100” introdotta dal governo, arrivando a ben 147. Pierino gestisce la tintoria da ormai 61 anni e da 40 è affiancato da Marina Morandi, una collaboratrice che lui stesso ama definire un “angelo custode” e che da Pilotto ha imparato la passione nel lavoro.

Per ora, quindi, Pierino non ha nessuna intenzione di lasciare il suo lavoro. “Non potrei mai stare a casa con le mani in mano” ha dichiarato all’Ansa “Mi annoierei troppo e non saprei cosa fare”. Non ha importanza quindi quanto proposto dal governo nella nuova Legge di Bilancio: per lui la pensione è tutto tranne che un traguardo agognato.

La proposta del Governo

La riforma della Legge Fornero è forse uno dei temi più caldi tra quelli trattati dall’attuale Governo. La proposta è quella di consentire l’accesso alla pensione una volta raggiunta la cosiddetta “Quota 100″, ovvero quando la somma tra anni di contributi versati ed età raggiunga la cifra di 100, appunto. Una manovra che consentirebbe di agevolare l’essenziale ricambio generazione nei posti di lavoro, tanto pubblici quanto privati, ma che secondo alcuni avrà dei costi troppo difficili da sostenere.