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Lo sfogo di Morgan: "Tribunale ha sfrattato una donna incinta"

Morgan sfrattato con la compagna

Il cantante spiega di aver tentato di ricomprare il suo immobile, ma l'attuale proprietario non vuole vendergliela.

Dopo essere stato sfrattato con la compagna dalla sua casa a Monza, Morgan si sfoga in un lungo post su Facebook con il Tribunale. L’accusa principale è di non aver avuto riguardo della donna al quinto mese di gravidanza.

Morgan sfrattato con la compagna

Inizialmente il cantante si è soffermato sul valore affettivo che per lui aveva quell’abitazione, frutto dei sacrifici di quindici anni di lavoro. Lì ha cresciuto la prima figlia Anna Lou e lo dimostrano i giocattoli e gli accessori per l’infanzia che aveva conservato. Senza contare che vi era anche il suo studio di registrazione.

Ora quella casa non è più di sua proprietà, nonostante abbia cercato di far valere le sue ragioni da cittadino e da artigiano che lavora nel suo laboratorio. Ha spiegato che diverse persone, tra cui anche politici, sono intervenuti in sua difesa, ma la giustizia ha comunque proseguito allo sfratto. A quel punto ha tentato di impugnare il codice civile, secondo cui un bene immobile non può essere svenduto ad un terzo del suo valore se lo scopo è quello di sanare un debito.

Ma anche questo è servito a poco, perché la casa è stata venduta ad un prezzo a suo dire ridicolo, e quindi il debito che lui ha verso lo Stato permane. Per questo ha il sospetto che “ci sia sotto qualcosa di losco intorno alle aste con giudici corrotti“. Ha quindi cercato di ricomprare l’immobile, ma a quanto sostiene l’acquirente non vorrebbe venderglielo. Questo per una presunta vendetta personale relativa a fatti accaduti anni prima, di cui lo stesso Morgan non ricorda nulla.

Ma ciò che lo lascia più sconcertato è che a subire lo sfratto non sia stato solo lui bensì anche la sua compagna incinta di cinque mesi con cui convive da diversi anni. Spiega che ora loro si trovano a dover cambiare alloggio ogni due o tre settimane. Qualcosa di molto stressante e preoccupante per lei, tanto più che l’appartamento dove vivono attualmente si trova al quinto piano di un palazzo senza ascensore.

Anche un’assassina ha il diritto di assistenza quando è in gravidanza, perché la mia compagna e mia figlia che porta in grembo no?“, si chiede amareggiato. E conclude con un’ironico complimento al tribunale, ai giudici e all’Italia intera che hanno permesso questa “cosa ignobile e inaccettabile“.