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Milano-Cortina 2026, nuova proposta per la pista da bob: offerti 81,6 milioni di euro

La bozza della legge olimpica.

In vista delle olimpiadi Milano-Cortina 2026 un'azienda italiana ha proposto una cifra esorbitante per ricostruire la pista da bob

Il CONI (Comitato olimpico nazionale italiano) e il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) vorrebbero che si utilizzasse una pista da bob già esistente, presente in Austria oppure in Svizzera. Diversamente gli organizzatori locali chiedono che venga ripristinata quella di Cortina d’Ampezzo.

Milano-Cortina 2026, l’offerta per la pista di bob

I prossimi Giochi invernali si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026. La proposta è arrivata dall’azienda parmense Pizzarotti & C. ed è stata l’unica presentata alla chiusura della gara d’appalto, giovedì scorso. Se venisse approvata, la costruzione inizierebbe a meno di due anni dai Giochi e a meno di un anno dai test richiesti per la sicurezza. Negli ultimi anni nessuna pista è stata costruita in tempi così brevi. Gli eventi di prova tuttavia hanno assunto un’importanza ancora maggiore dopo la morte dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, che ha perso la vita in un incidente di allenamento poco prima dell’inizio della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Vancouver 2010.

La posizione del CIO

Il Comitato Olimpico Internazionale ha ampiamente sottolineato la necessità di scegliere una sede già esistente, sebbene si trovi fuori dall’Italia, per evitare spese aggiuntive per la costruzione. Le opzioni prese in esame includono le vicine piste di St. Moritz e di Innsbruck. “La nostra posizione è inequivocabile“, ha dichiarato giovedì il direttore dei Giochi Olimpici, Christophe Dubi, in occasione di una riunione in Corea del Sud. Il termine per la decisione è stato stabilito per il 30 gennaio.

Parigi-Tahiti

Così come in Italia si discute per la ricostruzione della pista da bob a Cortina, dall’altro capo del Globo i preparativi per le più prossime Olimpiadi di Parigi 2024 hanno creato non poca apprensione al CIO e agli organizzatori locali. Sono infatti state scelte le acque di Tahiti, nella Polinesia Francese, per ospitare gli eventi di surf. Il progetto si è però scontrato con le preoccupazioni ambientali legate alla costruzione di una nuova torre per i giudici. La realizzazione dell’impianto di acciaio rischia di compromettere in modo irreversibile la barriera corallina.