> > Molestie, Hillary Clinton: "Dovevo licenziare consigliere"

Molestie, Hillary Clinton: "Dovevo licenziare consigliere"

Molestie

Dopo le accuse di insabbiamento sul caso Burns Strider, la candidata democratica cambia idea in merito agli abusi sessuali.

Il tema della molestie sessuali è sempre all’ordine del giorno, e non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti. Questa volta però, a dover affrontare tale argomento è la democratica Hillary Clinton. “Se potessi rifare la scelta, lo licenzierei”: è questo il primo pensiero della Clinton postato su Facebook, in merito a Burns Strider, 52 anni, allora uno dei suoi più fidati consiglieri durante la campagna elettorale per le presidenziali di otto anni fa. In quell’occasione, Strider venne accusato di ripetute molestie da una ragazza dello staff della politica democratica. Nonostante le varie pressioni ricevute da altri due consiglieri, la Clinton però decise di non licenziare Strider, cambiandogli solo la mansione in modo tale da allontanarlo dalla vittima.

Molestie sessuali: il dietrofront della Clinton

“Non rifarei quella scelta. All’epoca preferii degradarlo, tagliare ogni ponte tra lui e la ragazza e gli consigliai di farsi curare. Gli dicemmo anche che, fosse stato recidivo, lo avremmo licenziato in tronco. Ma scaricarlo in quel momento non mi sembrò la scelta giusta. Ho preferito punirlo severamente, per fargli cambiare atteggiamento, fargli capire che aveva commesso un errore e anche per proteggere la ragazza”. E’ questa la difesa della Clinton su Facebook pubblicato poco prima il discorso sullo Stato dell’Unione di Donald Trump,

La scelta fatta all’epoca dalla Clinton, oggi viene vista ancora di più come un errore, soprattutto perché Strider è stato licenziato qualche anno dopo da un altro democratico sempre per lo stesso motivo. Secondo quanto ha rivelato giorni fa il ‘New York Times’, l’atteggiamento della Clinton ha suscitato molte polemiche, soprattutto tra le donne e i movimenti #metoo e femministi. Critiche che, soprattutto nelle ultime ore, si sono fatte ancora più aspre a causa dei ripetuti attacchi della Clinton nei confronti di Donald Trump in campagna elettorale in merito a tale argomento.

Dal canto suo, la Clinton ha provato a giustificarsi e a dare una spiegazione sull’errore commesso nuovamente da Strider: “a volte le seconde chances non vengono sfruttate: in questo caso, anche se fino a quando ha lavorato con me non ha creato altri problemi, Strider è stato licenziato da un altro posto di lavoro per il suo comportamento inappropriato. Questa recidività mi inqueita molto e fa capire che purtroppo non ha imparato la lezione”.